La procedura di fornitura del Taser alle forze dell’ordine si blocca, per presunte inidoneità tecniche. Il Sap sottolinea l’importanza di disporre di questo strumento
Persino la Città del Vaticano ce l’ha. Per non parlare della stragrande maggioranza delle polizie dei Paesi occidentali. Per l’Italia, però, a quanto pare sarà necessario attendere ancora un po’. Parliamo della possibilità, dopo la sperimentazione positivamente conclusa in 12 capoluoghi italiani, di vedere finalmente il Taser entrare a far parte della dotazione ordinaria degli operatori delle forze dell’ordine. Lo stop è arrivato qualche giorno fa, quando la società coinvolta nella procedura ristretta campionata per la fornitura di alcune migliaia di storditori elettrici Taser (4.482 per la precisione), la Axon public safety Germany, è stata a sorpresa esclusa perché, secondo quanto dichiarato dal dipartimento di pubblica sicurezza del ministero degli Interni, dopo una prova balistica effettuata sulla campionatura di gara, gli strumenti e i relativi accessori sarebbero risultati “non conformi” ai parametri prestazionali previsti. L’azienda ha replicato chiedendo l’accesso agli atti e l’annullamento in autotutela del provvedimento di esclusione (con rinnovazione dei test balistici) “con la consapevolezza della conformità alle specifiche tecniche fissate in gara e della piena funzionalità e sicurezza dei dispositivi e accessori di produzione Axon”.
Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia, ha pubblicato un comunicato sulla questione, sottolineando che “Il Taser è uno strumento fondamentale per rendere maggiormente sicuri i nostri interventi. E a tutela anche di chi delinque. Non c’è contatto fisico, e la più importante delle sperimentazioni effettuate, ha dimostrato come su 15 interventi, che con i metodi tradizionali avrebbero comportato l’uso della forza, in ben 14 casi, con il Taser a disposizione, vi è stata desistenza da parte del violento e non siamo stati obbligati all’uso della forza. Mi chiedo dunque cosa sia accaduto oggi per arrivare a problemi di requisiti non idonei! Dopo le sperimentazioni fatte sul campo e tutte con esiti fin qui positivi! Voglio augurarmi che il problema non sia altrove. Il tutto arriva a pochi giorni dalle esternazioni del responsabile della Sicurezza del Pd, l’On. Miceli, il quale si è detto molto, molto scettico sull’uso del Taser. È molto grave che Miceli non comprenda determinati aspetti e sia contrario all’introduzione della pistola ad impulsi elettrici, esponendo ad ulteriore rischio la sicurezza del personale della Polizia di Stato, e anche quella delle persone violente. Perché è comprovato che negli interventi coercitivi che dobbiamo affrontare nel rispetto della legge, a corpo libero o con l’uso dello sfollagente, provochiamo molti più feriti rispetto all’uso del Taser. Per non parlare ovviamente delle armi da fuoco. Le politiche di sicurezza non vanno fatte con pregiudizi ideologici, ma valutando coerentemente l’efficacia di alcuni strumenti”.