Lo European shooting sports forum (Essf), piattaforma che riunisce su base Ue le associazioni di categoria, ha pubblicato sul portale digitale Euractiv uno studio su quale sarebbe l’impatto economico per la caccia e gli sport del tiro nel caso in cui il progetto di messa al bando del piombo che è attualmente allo studio dovesse entrare effettivamente in vigore.
Secondo lo studio in questione, la necessità di modificare o sostituire le armi per la caccia, in funzione del nuovo munizionamento senza piombo, potrebbe riguardare 7 milioni di cacciatori in tutta l’Unione europea: tra i costi dell’operazione in sé e il maggior costo delle munizioni senza piombo, si stima che 1 cacciatore su 4 interromperebbe del tutto l’attività venatoria, mentre un altro 30 per cento la ridurrebbe significativamente. Almeno il 20 per cento dei cacciatori, inoltre, interromperebbe anche le attività di tiro sportivo e circa la metà le praticherebbe meno di frequente.
Secondo lo studio in questione, il 34 per cento delle armi da caccia non è compatibile con l’impiego di munizioni senza piombo e il relativo costo di sostituzione è stimato in circa 14,5 miliardi di euro. Considerando la spesa media pro capite annua dei cacciatori europei, il ridimensionamento della pratica venatoria avrebbe un impatto economico di almeno 5,7 miliardi di euro sull’economia dell’Unione.
Per quanto riguarda gli aspetti prettamente tecnici, nello studio si sottolinea anche come, allo stato attuale, non vi siano materiali sostitutivi idonei per calibri di grandissima diffusione come il .22 lr, ma anche che la maggior parte dei cacciatori si troverebbe nell’impossibilità pratica di conformarsi alle nuove limitazioni, entro i termini stringenti previsti dal progetto Ue.
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