Il governo ha approvato il decreto proposto dal presedente del consiglio Mario Draghi e dal ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli sul tema dell’emergenza causata dal diffondersi della peste suina africana in Italia. Stando a quanto stabilito dal decreto, le regioni avranno 30 giorni di tempo per proporre un piano d’azione per la gestione e il controllo della specie cinghiale, al fine di eradicare il virus nelle zone in cui è già presente e di evitarne la diffusione nelle aree limitrofe, che dovrà poi essere approvato da Ispra e dal centro di referenza nazionale.
A questo proposito il governo dovrebbe nominare un commissario straordinario per la gestione dell’emergenza, che avrà l’incarico di verificare il corretto svolgimento di tutte le operazioni di ricerca delle carcasse infette, abbattimento, smaltimento delle carcasse e disinfezione delle attrezzature utilizzate. Per il commissario, peraltro, non è stato, almeno per il momento, previsto alcun compenso economico.
Mentre i casi positivi accertati, stando all’ultimo report dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte Liguria e Valle D’Aosta, sarebbero 36, tutti compresi nell’area individuata come “zona rossa”, gli esperti della Commissione europea, dopo un sopralluogo in Piemonte, avrebbero suggerito quella che, almeno secondo loro, sarebbe una possibile soluzione al problema. Secondo gli esperti, infatti, sarebbe necessario realizzare una recinzione di 275 chilometri per delimitare l’area infetta, sfruttando dapprima le recinzioni già esistenti delle autostrade e realizzandone poi una esterna. Qualche perplessità su questo progetto è stata espressa da Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, secondo cui la realizzazione sarebbe «un lavoro estremamente oneroso, che non dovrà sottrarre risorse ai fondi stanziati dal ministero per ristorare le aziende agricole danneggiate. A questo riguardo chiediamo a tutti gli enti interessati di fare presto, perché le imprese di allevamento sono in estrema difficoltà».