Prosegue l’odissea dei valichi migratori in Lombardia, iniziata nell’ormai lontano 2020 con un provvedimento di divieto di caccia, che è stato recentemente ampliato. Più nello specifico la regione Lombardia, in data 1° marzo 2024, dopo una sentenza del Tar Milano relativa ai valichi, ha dichiarato che gli stessi sono sottoposti a tutela fin dalla data di deposito della sentenza. Detta tutela riguarda l’attività venatoria, interdetta per un raggio di 1.000 metri dai suddetti valichi. Il divieto riguarda 42 passi, tutti elencati e allegati all’ordinanza. Ma non solo. È anche vietata la caccia di selezione al cinghiale. Non si riesce a capire cosa c’entri la selezione al cinghiale con la protezione dei migratori. Provvedimento analogo era stato emanato anche il 21 febbraio scorso, con una motivazione che aveva lasciato perplessi molti. Ovvero era stato dichiarato che i valichi interessati dalle rotte di migrazione non erano di competenza delle Regioni, che non potevano esercitare alcuna discrezionalità, con in più la nomina a commissario del direttore dell’Ispra. Il quale, di ritorno, ha risposto di non avere dati a disposizione per poter individuare i valichi interessati dalle rotte migratorie. Praticamente, per il momento il divieto generalizzato di caccia permane anche se è tutto fermo, essendo la stagione venatoria conclusa. Nel provvedimento del 21 febbraio erano solo 23 i valichi individuati, ampliati adesso a 42.
Strano, tuttavia, che per la salvaguardia della fauna migratoria nessuno (tranne noi), si preoccupi del fatto che senza colpo ferire vengano concesse decine di autorizzazioni per la selva di parchi, o singole pale eoliche, che di migratoria proprio nei valichi fanno strage. Specialmente di notte. Anzi, le associazioni animaliste fanno un punto d’orgoglio nello spingere e proporre scempi simili in tutto il territorio. Ricordiamo la devastazione che richiede una sola pala eolica: piattaforme di cemento armato di supporto, strade larghe e robustissime per sopportare il peso del passaggio di carri gru enormi per montare simili torri, chilometri di cavi tra l’una e l’altra e fino alle centrali di accumulo o distribuzione. Per cui i valichi, notoriamente favorevoli alle migrazioni per la presenza di venti favorevoli, vengono totalmente stravolti e distrutti. Alcuni benpensanti, alle nostre critiche, ci hanno chiamato “paesaggisti”. Infatti il nostro Bel Paese va alla grande con il turismo anche proprio per i… paesaggi: si viene in Italia per il patrimonio artistico, per la cucina e per i paesaggi, non certo per ammirare pale eoliche o distese di centinaia di ettari di pannelli solari. Questi ultimi meritano menzione perché sono un’altra vera trappola per gli uccelli acquatici, che di notte li scambiano per distese d’acqua frantumandosi sopra. Anche scampando all’urto, le anatre tuffatrici quali morette moriglioni o le folaghe, non riusciranno mai più a riprendere il volo, avendo bisogno sempre di correre sul pelo dell’acqua.
A tal proposito lo stato della Florida, che non ha nessun impianto eolico, a scanso di equivoci, ne ha proibito l’istallazione in un ipotetico futuro fino a diverse miglia dalla costa. Sarà un caso, per uno Stato che vive principalmente del turismo di moltissimi americani ed europei attirati proprio dai paesaggi marini e vacanzieri?
Anche la Lipu ha presentato uno studio articolato nel quale molte aree sarebbero interdette alla posa, sia a terra sia in mare, di impianti eolici.