Elefanti: i “super tusker” del parco di Amboseli

Proteste animaliste nei confronti della presidente del Kenia, che ha autorizzato la caccia controllata agli elefanti "super tusker", cioè con zanne molto sviluppate. Ma con i proventi di quella attività, si potrebbe effettuare un vero controllo del territorio e stroncare la piaga del bracconaggio

Il parco di Amboseli in Africa comprende una vastissima area per un totale di circa 8.000 kmq, ed è a cavallo tra il Kenya e la Tanzania. La superficie interessante il Kenya è maggiore di quella della Tanzania. Diverse Ong stanno protestando in questi giorni per salvare da eventuali abbattimenti autorizzati una ristretta popolazione di elefanti portatori di zanne con pesi e lunghezze notevoli, denominati super tusker. Le proteste sono indirizzate alla Presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, che ha riaperto la caccia. Quindi questi elefanti, con eventuali spostamenti oltre il confine Kenyota, potrebbero essere abbattuti da eventuali cacciatori autorizzati. Ma anche da bracconieri, che imperversano proprio nelle aree dove di fatto non si controlla il territorio, o dove vige un fatuo e inutile divieto di caccia, come in Kenya. I governi, non potendo controllare aree immense, rendono più probabili le incursioni dei bracconieri e la loro esfiltrazione, indisturbati. Al contrario di dove una caccia controllata, e le compagnie preposte, esercitano un fattivo presidio del territorio.

Gli elefanti in questione hanno zanne così sviluppate perché tramandano un patrimonio genetico portatore di questa caratteristica, che si è sviluppato per un’alimentazione particolare disponibile in tali territori. Così come altrove ne nascono con zanne che saranno sempre piccole, o di media grandezza, altri nascono addirittura senza zanne del tutto. I suddetti super tusker sono naturalmente animali molto anziani che, arrivati ai 40-50 anni massimo, in genere muoiono per il normale decadimento che ogni essere vivente subisce.

Non è certo un bel modo di trapassare: gli elefanti hanno nella loro vita la possibilità di disporre di 6 set di denti, che nascono, si consumano e cadono lasciando il posto al successivo. Arrivati al sesto, quindi molto anziani, quando anche questi ultimi denti si consumano l’unica cosa che resta loro da fare è morire lentamente di fame, indeboliti a tal punto da non aver la forza di raggiungere zone con acqua o, peggio, essere fatti a pezzi da vivi dai predatori, leoni in primis, non avendo più la forza di reagire. Questi suddetti animali, morendo in questo modo, disperdono il loro patrimonio di avorio e non portano alcun beneficio al territorio. Essendo arrivati a fine vita, e non potendo le suddette Ong prolungargli la vita all’infinito, se fossero abbattuti con un permesso regolare, potrebbero rimpinguare le casse governative e locali con decine di migliaia di dollari che tornerebbero in parte alla popolazione sotto forma di scuole, assistenza sanitaria, strutture e controllo contro il bracconaggio, vera piaga insanabile dell’Africa. Servirebbero per mantenere i parchi nei quali vivono tantissimi animali, oltre agli elefanti. È un valore enorme sprecato farli morire di fame che, oltre a sofferenze lunghissime, non aiuta nessuno.