A seguito dei recenti ricorsi difronte ai tribunali amministrativi contro i calendari venatori presentati in diverse regioni da sigle ambientaliste, il Presidente di Agrivenatoria Biodiversitalia, Niccolò Sacchetti, ha dato incarico ai legali dell’associazione di costituirsi con un intervento “ad opponendum”.
“Questo perché”, si legge nel comunicato ufficiale diffuso dall’associazione, “tra le motivazioni dei ricorrenti per alcune regioni, ha destato un forte allarme in AB quella volta a dimostrare che la caccia sia in contrasto con la Costituzione della Repubblica e quindi sia un’attività illegittima secondo una erronea interpretazione della nuova formulazione dell’art. 9 della Costituzione. Nello specifico l’articolo in questione recita: “La Repubblica,… tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” Si tratta di una tesi molto pericolosa, una interpretazione che risulta fuorviante e non rispecchia il corretto significato del dettato costituzionale, alla quale AB intende opporsi, anche in forza delle risultanze dell’importante convegno organizzato a Roma nel luglio scorso insieme a Fondazione Una, dove sono stati definiti chiaramente i contenuti e le prospettive della modifica dell’art. 9, da parte di autorevoli costituzionalisti.
Altro elemento di interesse per AB è quello relativo ai pareri di Ispra sui calendari venatori di molte Regioni, che per la prima volta sono stati negativi in merito al prelievo della specie Starna, mentre il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale aveva fornito un parere favorevole. È stata svolta una ricerca sui pareri di Ispra in merito ai calendari venatori dal 2020 in poi, dove l’Istituto si è sempre espresso in maniera favorevole sulla caccia a questa specie. Su questa base il Presidente Sacchetti ha inviato una lettera ad Ispra chiedendo delucidazioni sul fatto che nei precedenti pareri era stata espressa una posizione favorevole, pur con limitazioni nel periodo di prelievo. Il parere negativo, pervenuto a maggio-giugno 2024, non ha purtroppo tenuto conto del fatto che gli allevatori avevano già provveduto alla riproduzione delle starne, che a quel momento erano quasi pronte per l’immissione sul territorio. Adesso gli allevamenti si trovano nella situazione di avere migliaia di capi da mantenere nelle voliere senza la prospettiva della loro consegna, con un danno economico ed occupazionale notevole e causando riflessi negativi anche per le Aree Addestramento Cani e le gare cinofile. Quanto sopra esposto rappresenta solo una parte delle numerose attività che AB sta ponendo in essere sia al livello nazionale che regionale per difendere gli interessi dei propri associati e garantire il rispetto delle norme, oltre che il lavoro degli operatori del settore che pianificano investimenti importanti dei quali è necessario che si tenga conto”.