Abruzzo: i cervi portano… consiglio

Come era fin troppo facile prevedere, il Consiglio di Stato sospende il prelievo selettivo dei cervi abruzzesi, riservandosi una decisione nel merito

Non eravamo lontani dalla verità quando abbiamo scritto non più tardi di ieri, che la scusa della non preparazione degli Atc interessati alla selezione dei cervi abruzzesi, era più che altro un’attesa sommersa di cosa avrebbe deciso il Consiglio di Stato. Infatti i soliti noti, dopo il rifiuto del Tar ai loro lamenti, hanno interpellato proprio il Consiglio di Stato che sicuramente ha dovuto dare precedenza assoluta al nuovo problema, di primaria importanza per la nostra nazione, quale quello della caccia di selezione ai suddetti cervi. Naturalmente si è ottenuto una sospensione fino all’udienza di merito del 7 novembre. Dopo la relativa discussione, appunto, del 7, si potrà assistere a un nuovo impedimento che puntualmente verrà proposto dalle associazioni contro la biodiversità, e dedite soltanto al caos faunistico. Le parole di soddisfazione delle varie sigle, con le proposte allegate, sono quanto di più penoso scientificamente parlando può produrre l’incompetenza umana. Ma abbiamo già detto perché le loro proposte non stanno in piedi e siamo pronti a ribadirlo. Da questa situazione però traiamo una deprimente constatazione: in Italia abbiamo centinaia di ricercatori impegnati sul campo che studiano e affrontano disagi e sacrifici per redarre un quadro equilibrato della situazione faunistica nelle varie zone. Oltre a biologi, tecnici faunistici, laureati in scienze naturali che hanno investito i loro studi proprio sulla nostra fauna. C’è l’Ispra, che puntualmente dà le proprie indicazioni, ampiamente accolte dall’isteria animalista solo quando orientate in senso immobilista. Poi Muse, agenzie di collaborazione dei vari Atc che redigono piani, censimenti e tutto il resto. Ma tutto questo è perfettamente inutile. Migliaia di persone che buttano il proprio tempo, poiché la gestione pratica viene inesorabilmente effettuata dalle varie accolite animaliste, attraverso i Tar e il Consigli di Stato. Morale: dalla scienza teorica a quella applicata, nel secolo dell’intelligenza artificiale, dei tanti progressi che l’uomo ha portato faticosamente avanti, siamo invece tornati indietro alla stregoneria animalista, dove il buonismo peloso, la favola scolorita della pacifica convivenza, l’istillazione del fratello animale padrone del mondo e noi suoi sudditi, distrugge impunemente tutto quello che fior di scienziati hanno stabilito, passo dopo passo, in un centinaio di anni. Il precipizio nel quale la biodiversità verrà gettata giù, per non vederla mai più risalire, l’hanno scavato loro.