Ha tenuto banco sui gruppi Facebook dedicati ai possessori legali di armi la richiesta che alcuni legali detentori hanno ricevuto tramite il messenger di Facebook, da parte di un giornalista della trasmissione “Far west” di Rai3 (condotta da Salvo Sottile) relativa a una proposta di ospitare la troupe televisiva a casa propria, per ricevere un’intervista mentre si esibiscono le proprie armi.
Verifiche empiriche condotte sull’autenticità del messaggio hanno avuto riscontro positivo, quindi non si tratta di un tentativo di introdursi in casa da parte di malintenzionati. Tuttavia, quella di concedere un’intervista televisiva dall’interno della propria abitazione, esibendo le proprie armi, non è una idea così straordinariamente vantaggiosa a nostro avviso e vi spieghiamo in breve per quale motivo.
Innanzi tutto, corre l’obbligo di dire che, salve pochissime eccezioni, il “taglio” giornalistico delle trasmissioni (tutte, senza eccezione) di approfondimento relative al possesso legale di armi da parte dei cittadini è spesso volto a mettere in cattiva luce il possesso legale di armi in sé. Va anche sottolineato che, salve poche eccezioni, spesso l’intervistato è in perfetta buona fede ma anche digiuno di specifiche competenze in termini di comunicazione. Quindi è del tutto possibile che, anche restando formalmente nell’ambito di quelle che sono le regole della deontologia professionale giornalistica, le affermazioni che vengono rese dall’intervistato possano prestarsi a interpretazioni più o meno “maliziose” e decontestualizzate, facendo passare il soggetto (e di riflesso la categoria) per ciò che non è (ma che qualcuno sembra essere particolarmente ansioso di dimostrare che sia).
Il secondo motivo, che è anche quello principale, è relativo al fatto che apparire con nome, cognome e volto in televisione, il tutto direttamente associato al possesso legale di armi nella propria abitazione, potrebbe verosimilmente consentire a eventuali malintenzionati di fare “due più due” e di tentare di rubare o rapinare le armi là dove, a questo punto, si ha la certezza che si trovino. Ovvio che nella trasmissione televisiva non si fa menzione allo specifico indirizzo dell’intervistato (e ci mancherebbe altro…), ma potrebbe anche non essere così complicato ottenere questa informazione per altre strade, nell’attuale civiltà digitale in cui molti dati personali più o meno sensibili sono in realtà facilmente recuperabili in rete. Fantascienza? Paranoia? Sicuramente. Ma il nostro ruolo è sempre stato quello di difesa dei legali possessori di armi e il nostro approccio è sempre stato orientato alla massima prudenza. Quindi, il consiglio che ci sentiamo di dare a chiunque sia un legale possessore di armi è, per l’appunto, quello di tenere un profilo basso ogni qualvolta sia possibile, in particolare nei confronti della televisione.