Trent’anni di gestione degli ungulati in Veneto: popolazione a oltre 52 mila capi. In Hit giornata dedicata alla gestione faunistica
La “Terra è una, puliamola insieme” è il claim scelto per chiamare a raccolta i cacciatori in un’operazione di dovere civico: pulire e tutelare il territorio su scala nazionale. Il giorno prescelto sarà il prossimo sabato 18 aprile. Si chiama “Paladini del territorio”, il progetto che Fondazione Una ha presentato a Hit show 2020, il Salone della caccia, tiro sportivo e outdoor nel quartiere fieristico di Vicenza. La sensibilità dei cacciatori italiani si rivolge alla tutela del territorio e punta a correggere gli atteggiamenti irrispettosi dell’ambiente come l’abbandono di plastica e altri rifiuti nelle zone di caccia. La partecipazione è aperta a chiunque…
La caccia si conferma strumento di gestione del territorio, in Italia e anche nel Veneto, naturalmente. Lo scopo dei piani faunistico-venatori elaborati dalla Regione Veneto su basi scientifiche, dai censimenti alla valutazione dei trofei, è aumentare la popolazione, non gli abbattimenti. Una gestione oculata, riesce in ogni caso a soddisfare anche le esigenze dei cacciatori. Il mondo venatorio, anzi, diventa fondamentale per dare corso ai piani strutturati per classi di età e sesso. I risultati sono evidenti nei numeri della ricerca “Risultati di trent’anni di gestione degli ungulati in Veneto”, presentati oggi dalla struttura tecnica dell’assessorato alle Politiche agricole, Caccia e Pesca della Regione Veneto a Hit show 2020, il Salone della caccia, tiro sportivo e outdoor nel quartiere fieristico di Vicenza. Quattro le province monitorate dal 1990 a oggi sull’arco prealpino: Belluno, Vicenza, Treviso e Verona. Qui i caprioli, cervi, camosci e mufloni sono passati da una popolazione di 19.545 capi agli attuali 52.945, con una media dei prelievi del 10% rispetto alla popolazione censita: 6.746 capi nel 2019 rispetto ai 1.542 del 1990.
A Hit show si getta un ponte tra la ricerca e la formazione, sempre per affrontare e divulgare con un approccio scientifico il tema della tutela della fauna selvatica. Nel pomeriggio di sabato 8 febbraio, giornata inaugurale di Hit show 2020, ampio spazio alla sinergia tra Anlc – Associazione nazionale Libera caccia e Università Ca’ Foscari di Venezia, concretizzatasi nell’anno accademico 2018/2019 con due borse di studio erogate dall’associazione a favore del Master universitario di I° livello in gestione e amministrazione della fauna selvatica. Presso la Sala Tiziano, la presentazione delle tesi in presenza degli assegnatari Giuseppe Rocca, che attraverso il proprio lavoro ha affrontato il tema dell’attività di controllo sul cinghiale nel Parco regionale dei colli Euganei e Stefano Mendo, autore di “Key concepts: concetti chiave dell’art. 7, par. 4, della Direttiva 2009/147/Cee (ex 79/409/Cee), della cesena (Turdus pilaris), tordo bottaccio (Turdus philomelos) e tordo sassello (Turdus iliacus), studio sulla conservazione degli uccelli selvatici con un focus su tre specie di tordo. Paolo Sparvoli, presidente nazionale di Libera Caccia, ha preso la parola per ribadire la volontà e dell’associazione di proseguire nell’impegno in una ricerca carica di contenuti e risvolti ecobiologici, giuridici ed etici.
Argomentazioni e dibattiti legati all’ambiente e alla sua gestione, sono serviti a illustrare lo stato dell’arte della presenza della fauna selvatica. Si è svolto questa mattina l’incontro dal titolo “Biodiversità, specie invasive e caccia”. Una tavola rotonda che ha visto la presenza dell’imprenditore, politico ed eurodeputato Pietro Fiocchi, dell’eurodeputato Marco Dreosto, del professore associato presso la facoltà di Medicina veterinaria dell’università degli studi di Torino Ezio Ferroglio, dei politici Francesco Bruzzone e Maria Cristina Carretta che ha spaziato dagli aspetti sanitari a quelli legati al diffondersi di fauna alloctona o comunque “problematica”, come nel caso di cinghiale e lupo.