In un recente video viene mostrato uno strano “Ak volante” russo: si tratterebbe di un caccia in miniatura destinato a …
Le prime impressioni in risposta ai filmati sono state piuttosto dubbiose se non addirittura, scherzose: tuttavia, chi ha recentissimamente depositato il brevetto è un gigante russo della difesa, la Vko – Almaz-Antey, azienda di Stato impegnata nella produzione militare come in quella aerospaziale.
I russi si sono dimostrati solo ultimamente particolarmente attivi nel settore dei droni, ma piuttosto creativi o innovativi secondo i punti di vista: non ultimo il drone sottomarino armato Nerpa pensato per la protezione delle basi navali.
Il compito del modello recentemente mostrato è invece un altro, l’abbattimento di droni nemici sul campo di battaglia come in prossimità di siti sensibili, minaccia che come abbiamo visto colpisce anche gli aeroporti civili, il cui spazio viene spesso invaso da piccoli ma sempre pericolosi droni di operatori sconosciuti.
Le correnti soluzioni anti-drone e per quelli mini-micro, prevedono il disturbo dei sistemi di comando o navigazione (jamming) e nelle difese “attive”, il lancio di proiettili dotati di reti: la soluzione del drone russo è più drastica, grazie a un fucile semiautomatico calibro 12 di derivazione Ak incorporato nella cellula, provvede direttamente alla intercettazione all’abbattimento dell’intruso. Come un micro caccia.
Interessante la struttura di questo drone come le sue funzionalità: struttura tubolare aperta nella fusoliera incorporante l’arma, ali e timoni in compositi e, decollo e atterraggio verticali con transizione dal volo sostentato a orizzontale quasi immediata, spinto da due eliche con propulsione elettrica. E già queste caratteristiche, avrebbero dovuto allertare circa la sofisticazione del progetto. Nel filmato, il drone prima colpisce un palloncino a mezz’aria, quindi un bersaglio “statico” simulante un drone in hovering ma poco dopo, intercetta e abbatte un piccolo aeromodello a dimostrare le sue capacità in volo manovrato (nella foto in basso, il velivolo cerchiato in rosso).
Nel breve filmato inoltre, dimostra anche di avere un discreto sistema di mira e ripresa visiva, certo le brevi distanze d’ingaggio e l’impiego di munizioni spezzate ottimizzano parecchio i risultati, ma è l’integrazione dell’arma (e la gestione del rinculo nella cellula) come la buona aerodinamica complessiva che impressionano.
Non si tratta però del primo drone “armato” in senso assoluto: ricordiamo le realizzazioni israeliane non letali ed anti sommossa impiegate a Gaza ed altre ancora invece, letali (con Ar M4 in 5,56×45), ma il sistema russo probabilmente è il primo mini-drone utilizzato in combattimento aria-aria.