Le armerie di San Marino stanno vivendo un momento di difficoltà particolarmente grave, che poco ha a che fare con la crisi economica internazionale. Già, perché da quando un ben noto funzionario del ministero degli Interni aveva detto che gli appassionati italiani non potevano acquistare armi a San Marino (Paese extracomunitario, secondo il funzionario, in barba a decenni di trattati bilaterali sul commercio), la situazione si è progressivamente aggravata. Nonostante, infatti, le reiterate smentite delle autorità sanmarinesi, sono sempre di più le questure italiane che minacciano gli appassionati di imputazioni giudiziarie nel caso in cui si azzardino ad acquistare armi nella Repubblica del Titano. Tra le questure che hanno adottato questo modus operandi, figurano Teramo, Padova, Pescara, Reggio Emilia, Parma, Rovigo, Treviso, Modena, Firenze, Bologna, Imola, Ravenna e Novara. E ogni mese che passa, nuove se ne aggiungono. Le autorità sanmarinesi hanno chiesto e ottenuto, a luglio, un incontro con il segretario agli esteri italiano, per trovare una soluzione al problema, ma da allora nulla è stato fatto e nulla è cambiato. E per le armerie del Titano, si parla addirittura di possibile chiusura.
Le armerie di San Marino stanno vivendo un momento di difficoltà particolarmente grave, che poco ha a che fare con la crisi economica internazionale. Già, perché da quando un ben noto funzionario del ministero degli Interni aveva detto che gli appassionati italiani non potevano acquistare armi a San Marino (Paese extracomunitario, secondo il funzionario, in barba a decenni di trattati bilaterali sul commercio), la situazione si è progressivamente aggravata