Entrerà in vigore il prossimo 21 novembre una delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) destinata a bloccare in automatico (cioè senza alcuna azione da parte dei genitori o tutori legali) l’accesso da parte delle Sim degli smartphone intestate ai minori a contenuti per adulti o relativi a gioco, violenza, alcool, droghe, tabacco e armi. Per le Sim intestate a maggiorenni, il blocco continuerà a essere facoltativo, previa attivazione tramite Pin, codice Otp, Spid o secondo altra procedura prevista dal gestore telefonico.
La delibera dell’Agcom è intitolata “Adozione delle linee guida finalizzate all’attuazione dell’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n° 28 in materia di sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio” e sarebbe stata definita dopo una consultazione avviata tra gli operatori, le associazioni dei consumatori, le associazioni di genitori e famiglie, per capire quali fossero i contenuti che possano “nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori”.
Nessuno evidentemente si è posto il problema relativo al fatto che, diversamente per esempio dagli alcoolici o dal tabacco, per i quali non solo sussiste un divieto di acquisto da parte dei minori, ma anche di assunzione (per i danni alla salute che potrebbe comportare), le armi da sparo e da fuoco sportive e di modesta capacità offensiva non possono essere acquistate dai minori, ma possono essere da loro utilizzate, appunto, per l’attività sportiva, sotto debita supervisione da parte degli adulti.
Siamo, quindi, al cospetto di un vero e proprio fenomeno di censura su una intera categoria merceologica che non è corretto porre sullo stesso piano degli altri prodotti “Incriminati”, né tantomeno è corretto definire “dannosa” per lo sviluppo del minore: tanto è vero che esistono le competizioni Juniores a livello nazionale e internazionale, sia di Tiro a segno, sia di Tiro a volo. Sport che, al contrario, sono estremamente educativi, nei quali non esiste il fenomeno degli ultras, né alcun tipo di violenza, e nel quale anche il fenomeno del doping è pressoché sconosciuto.
A questo punto c’è da capire come, in concreto, funzioni il blocco: se, tuttavia, come è lecito attendersi, il blocco funziona mediante le classiche parole chiave (“pistola”, “fucile”, eccetera), allora è chiaro che la censura non sarà “selettiva”, salvaguardando quelli che sono gli strumenti prettamente ludico- sportivi, bensì totale. Si tratta di una iniziativa estremamente grave, proprio per la superficialità con la quale è stata deliberata, mettendo sullo stesso piano situazioni diversissime, come se fossero la stessa cosa.