Non può che essere il salone Exa di Brescia l'evento intorno al quale ruota il fascicolo di maggio di Armi e Tiro: ben 80 pagine di novità, accessori, curiosità e prodotti utili per gli appassionati della caccia, del tiro e delle attività outdoor. Ma c'è tanto di nuovo anche tra le nostre prove: a partire dal semiauto sparatutto Remington Versa max calibro 12/89, testato per voi in anteprima assoluta. Appena arrivata in Italia anche la carabina semiauto Sauer 303 in versione Classic Xt calibro .30-06: nuovo il calcio polimerico, estesi aggiornamenti per otturatore e caricatore, inimitabile l'eleganza. Ha un look piacevolmente classico, invece, il sovrapposto F.lli Redolfi Eos light calibro 12, mentre l'Effebi Terminator calibro 6,5x57R è un kipplauf pieghevole ridotto all'osso per seguire il cacciatore nelle più impegnative cacce di alta montagna. La Pardini Gt 40 calibro .40 S&W è stata modificata dal noto campione Esterino Magli, che la utilizzerà in Standard division: ecco cosa è diventata! Destinate alla difesa personale, invece, la semiauto Smith & Wesson Bodyguard 380 calibro 9 corto e il revolver Smith & Wesson 386 Night guard calibro .357 magnum. E poi il reportage sul Bignami day, la ricarica del .270 Winchester, la Gendarmeria di San Marino, le ottiche Zeiss Duralyt testate sul terreno di caccia, e molto, molto di più. Armi e Tiro di maggio vi aspetta in edicola!
Piacere, sono cacciatore!
Persino tra i nostri lettori, alcuni non gradiscono la caccia. Li rispetto, e un po’ mi dispiace per loro. Personalmente non sono un grande appassionato di Ex ordinanza, tuttavia leggo gli articoli e difendo con i denti lo spazio (poco) che la rivista riesce a dedicare a quel settore. Armi e Tiro è una rivista “anche” di caccia, come lo è anche di Ex ordinanza o di Soft air o di pistole semiautomatiche e così via.
È la rivista che informa con serietà e professionalità i lettori e rappresenta al meglio il settore. Non a caso vanta numerosi tentativi di imitazione. Basta andare in edicola e vedere le testate. Ma chiedete all’edicolante quante copie vende l’una o l’altra… Modestia a parte.
Perciò, a maggior ragione, mi ha fatto piacere scoprire che Armi e Tiro sia di gran lunga il mensile di riferimento anche dei cacciatori italiani. Nonostante non sia una rivista espressamente di caccia (e, per la verità, non se ne occupi nemmeno tanto). È quanto rivela la ricerca quantitativa “I cacciatori italiani e la caccia” svolta da AstraRicerche per conto di Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) e Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, Anuu migratoristi, Enalcaccia).
Dopo aver analizzato il rapporto fra gli italiani e la caccia, mettendo in luce che la maggioranza di essi non è contraria all’attività venatoria se viene regolamentata, in questa seconda ricerca l’attenzione si è concentrata su come i cacciatori vivono la loro passione. Lascio i numeri da parte per delineare il profilo che emerge del cacciatore italiano: è entusiasta della caccia e nutre vero amore nei suoi confronti, comunque si impegna nel sociale e in attività di volontariato a favore dell’ambiente e della collettività, anche per questo aborrisce il bracconaggio ed è orientato sulla caccia limitata e responsabile. Prevalentemente pratica la caccia col cane, nel proprio Atc, due giorni alla settimana, ed è mosso da profondo affetto per il suo ausiliare. Spesso pratica anche quella al cinghiale. Gli piace andare a caccia con amici e tende a coinvolgere il partner nella sua passione.
Pur rivolgendo talune critiche alle associazioni venatorie, è contento dell’organizzazione alla quale ha aderito personalmente. È un forte consumatore: soddisfatto delle armi e delle munizioni che utilizza, spende in una stagione fra i 2.000 e i 4.900 euro. La licenza e l’iscrizione ad Atc o Ca (compreso l’acquisto di quote in aziende faunistico-venatorie o agrituristico-venatorie) o per le squadre di caccia al cinghiale comportano un esborso medio annuo lievemente superiore ai 1.000 euro; l’acquisto di armi e munizioni “vale” oltre 610 euro in ragione annua; le spese per i cani (acquisto, mantenimento, spese veterinarie, eccetera) sfiorano i 2.000 euro; quelle per l’abbigliamento risultano vicine ai 410 euro annui; quelle per i viaggi dedicati sono attorno ai 620 euro. Si informa sulle riviste specializzate (largamente preferite a tv e web).
La ricerca ha evidenziato anche il peso politico dei cacciatori e ne ha scandagliato le preferenze: sembra stia per verificarsi un vero e proprio tsunami elettorale proprio a causa di come gli schieramenti hanno affrontato (o affronteranno fino al 2013 quando scadrà la legislatura) il tema della caccia. Se è vero che il 17% dei cacciatori ha cambiato in passato la propria scelta nell’urna per dissenso dalle posizioni non filo-caccia di quello che un tempo era il “proprio” partito ora non raggiungono il 53% coloro che affermano che resteranno fedeli al “proprio” partito o lista pur dissentendo dalle sue tesi circa l’attività venatoria: in effetti, oltre il 47% dichiara che cambierà voto ma non “polo”, mentre per un quarto muterà addirittura il proprio macro-orientamento cambiando “polo”. Lo stesso sociologo Enrico Finzi di AstraRicerche ha avanzato l’ipotesi che la Lega Nord possa beneficiare della situazione, altri hanno colto l’occasione per sottolineare il ruolo che potrà svolgere il ri-costituito partito dei cacciatori Caccia ambiente.
Certo è che questa ricerca svela per la prima volta il “nuovo volto” dei cacciatori italiani. Dal canto loro, anche gli industriali hanno approfittato del momento per rinnovare i vertici, Assoarmieri compresa.
La ricerca, dunque, servirà senz’altro agli industriali del settore per mettere a punto nuove strategie per il mercato e per le loro attività di lobbying. La caccia rappresenta una fetta importante del mercato, ma – lo dico da cacciatore e da comunicatore – c’è anche tanto altro che non dovrà essere dimenticato.