Armi e Tiro inaugura l'autunno, come sempre, all'insegna dell'informazione tempestiva su quanto avviene nel nostro mondo: ampio spazio dedicato alle nuove procedure per acquistare armi a San Marino e al nuovo decreto per la minuta vendita dei prodotti esplodenti. L'esercito americano è scontento del 5,56 mm, per rivitalizzarlo è stata adottata la nuova palla M855A1: basterà? Per gli appassionati della ricarica, il nostro Andrea Bonzani presenta uno studio sulle nuove polveri Fiocchi Fblu, eredi delle Rex.
Le prove si aprono con una compatta bifilare calibro .45, l'israeliana Bul M-5 Ultra-X. Più tradizionale, ma dall'eccellente rapporto tra peso, ingombro e prestazioni la Beretta 85 Fs calibro 9 corto, che per la prima volta nel 2011 è disponibile per gli appassionati italiani. Tattico e "cattivo" il semiauto Mossberg 930 Spx calibro 12, per sognare a occhi aperti c'è invece il sovrapposto calibro 20 di Desenzani. La caccia è aperta, per chi si dedica agli ungulati abbiamo testato la nuova Merkel Sr1 Basic calibro .30-06: di nuovo c'è molto più del nome. decisamente ludica, invece, la carabina Chiappa Mfour-22 calibro .22 lr. E poi la finale del Tiro cacciatori, lo stato della tecnica del circuito Lunga distanza, gli Europei di Belgrado di Tiro a segno e Tiro a volo, il National di Tiro dinamico e molto altro ancora. Non perdete Armi e Tiro di ottobre!
Nel periodo di validità della licenza…
Dopo l’attacco del ministero alle armi “di sembianza militare” (fantasiosa categoria di nuova creazione, ancora in discussione), adesso è la volta delle munizioni e della ricarica. Spero di sbagliarmi, ma metto le mani avanti. Da una parte il decreto che sforbicia la detenzione degli inneschi per le armerie, dall’altra i timbri delle questure sui libretti delle licenze che appongono ulteriori limitazioni all’acquisto di munizioni. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 198 del 26 agosto, modifica gli allegati del regolamento di esecuzione al Tulps, in merito alla classificazione degli esplosivi e alle procedure per la minuta vendita delle materie esplodenti. Tra le varie indicazioni, si occupa anche della vendita al pubblico degli inneschi, stabilendo all’articolo 4 che nei locali delle armerie “possono essere detenuti e venduti capsule innescate in un quantitativo massimo di n. 25.000 e bossoli innescati fino a un quantitativo massimo di n. 50.000, approvvigionati e conservati nelle confezioni originali e commercializzati nella confezione originale minima”. Il quantitativo detenibile è elevato a 50 mila inneschi e 50 mila bossoli innescati per quelle armerie che hanno anche l’attività di caricamento munizioni, ma in tal caso i locali di deposito non possono essere accessibili al pubblico. Ora, è chiaro che un limite di 25 mila inneschi possa sembrare elevato in sé, ma in realtà si tratta di un quantitativo risibile, in special modo se tra i clienti dell’armeria si annoverano agonisti di Tiro dinamico. In pratica, si passa da una situazione nella quale non vi era alcun limite per la minuta vendita, a una situazione nella quale il limite è invece particolarmente penalizzante. È più che lecito pensare che si tratti di un primo passo e che il successivo sia proprio quello di limitare la detenzione degli inneschi anche ai privati, per i quali non era finora previsto alcun limite.
I lettori di almeno una decina di comuni (in aumento), in ogni parte d’Italia, lamentano che al rinnovo del Porto d'armi hanno scoperto con sorpresa l’apposizione di timbri o scritte di questo tenore: “Il titolare del presente porto d'armi è autorizzato ad acquistare complessivamente nel periodo di validità della licenza, non più di 1.500 cartucce non a pallini, fermi restando i limiti di detenzione previsti dalla legge”. In realtà, qualche questura omette il “non” relativamente ai pallini.Si tratta, in ogni caso, di indicazione che si pone fuori dal perimetro legale: il decreto legge numero 306/1992 (cosiddetto “antimafia”) è rimasto, a tal proposito, lettera morta. Per apporre quel limite i questori non possono che appellarsi alla discrezionalità, sancita dall’articolo 9 del Tulps. Si tratta di una limitazione fortemente penalizzante per gli appassionati, che purtroppo “torna” ciclicamente dal 1992. È certo che tiratori e cacciatori spesso (o quasi sempre) sparano nei poligoni molte più cartucce, considerando, per esempio, che una sola gara al piattello amatoriale si svolge su 50 o 100 piattelli, per non parlare, poi, delle gare con carabina. Senza contare gli allenamenti. Nei prossimi mesi faremo una verifica sulla questione, intervistando i questori per capire le loro motivazioni. Al solito in prima linea per la difesa degli interessi degli appassionati.