Beretta 80X Cheetah bronze calibro 9 corto

Presentata all’inizio del 2023, pochi giorni prima dell’apertura di Shot show, la nuovissima Beretta 80X è la nuova “piccola peste” bifilare in 9 corto dell’azienda e si propone di ripetere il successo, che ancor oggi sconfina quasi nell’idolatria, della mitica 84 Fs, che ha spopolato per anni sia sul mercato europeo sia su quello statunitense. Una pistola semiautomatica che ha saputo rappresentare il paradigma dell’arma “difensiva” a tutto tondo, realizzando un bilanciamento pressoché imbattibile tra ingombri complessivi e potenza di fuoco, grazie a un caricatore bifilare della capacità di 13 cartucce. La 80X raccoglie idealmente la sua eredità, già a partire dal nome, conservando la denominazione cheetah (ghepardo) con la quale fu commercializzata negli Stati Uniti la serie 84 fin dalla fine degli anni Settanta.

Il 9 corto in chiave difensiva torna di moda, non solo nelle micro-pistole da taschino, ma anche in armi di dimensioni compact, con caricatore bifilare ad alta capacità, a beneficio di coloro i quali vogliono un’arma comoda da impugnare ma anche dal rinculo ridotto rispetto a un 9×19, senza rinunciare all’autonomia di fuoco. Sono, così, apparse nel volgere di pochi mesi la Cz P-07 in 9 corto, ma anche la Ruger Security-380, entrambe caratterizzate da fusto polimerico e chiusura geometrica. Beretta ha deciso di andare in controtendenza, conservando la chiusura labile a canna fissa della 84 e il fusto in lega leggera. Ma in realtà gli ammodernamenti tecnici sono numerosi e non solo in termini di estetica ed ergonomia, bensì anche sotto il profilo strettamente funzionale.

Come è fatta
Con la serie 80, Beretta entrò nel mercato delle pistole semiautomatiche compatte/tascabili per difesa con una gamma di pistole dotate, per la prima volta, di scatto in Singola e Doppia azione facoltativa. La nuova 80X parte dalla stessa “cellula” di base, con fusto in Ergal, percussione a cane esterno e scatto, appunto, ad Azione mista. Rispetto alla vecchia 84, tuttavia, il cane adesso è di tipo scheletrato, ma pur sempre dotato di cresta arrotondata. Il telaio ha le medesime dimensioni complessive, l’impugnatura è stata tuttavia profondamente rielaborata adottando un fusto tipo Vertec (per utilizzare un termine già noto ai patiti della serie 92), quindi con dorso posteriore dritto, anziché bombato. Nuova anche la texture della zigrinatura sia sul dorso, sia sul frontale dell’impugnatura, a quadrettoni grossi, molto efficace nel garantire la presa in ogni condizione. Nuove anche le guancette, anch’esse mutuate concettualmente (non sono intercambiabili, ovvio) dalla 92 Vertec, più sottili rispetto a quelle, bombate, della 84 Fs. La differenza al calibro ventesimale è risultate essere di 32,0 mm contro i 34,3 della vecchia 84. Il sistema di sicurezza è “ortodosso” 84 Fs, quindi abbiamo innanzi tutto sicura automatica al percussore, coadiuvata dalla mezza monta del cane e da due leve sul fusto che, ruotate verso l’alto, interrompono la catena di scatto e abbattono il cane sulla monta di sicurezza. L’estrattore funge, inoltre, da avvisatore visivo e tattile di colpo in canna. Lo sgancio del caricatore è sempre alla base del ponticello e sempre reversibile, il serbatoio è bifilare a presentazione singola della capacità di 13 cartucce, ma non è intercambiabile con quello della vecchia 84 F, principalmente per la soppressione del dente sul lato destro che nella 84 F serviva a disattivare la sicura al caricatore (che qui non è presente, aggiungiamo per fortuna).

La chiusura è a massa semplice, la canna è in acciaio inox, satinata, della lunghezza di 99 mm, con rigatura a sei principi destrorsi con passo di 250 mm. Uno dei difetti intrinseci della 84 Fs consisteva nel fatto che la molla di recupero e la molla del cane avevano un carico piuttosto sostenuto, il che, considerando anche la non grandissima superficie di presa sul carrello, poteva rendere ostico lo scarrellamento per una determinata utenza, come per esempio il personale femminile delle polizie locali. I tecnici Beretta sono intervenuti anche su questo specifico aspetto, andando ad appesantire il carrello, al fine di alleggerire la molla di recupero e quella del cane. In una chiusura a massa, infatti, a tenere chiuso il carrello fintanto che le pressioni in canna non siano scese a livello di sicurezza è una combinazione data dalla massa del carrello, più la forza della molla di recupero e quella del cane. Aumentando uno dei fattori, si possono (entro certi limiti) diminuire gli altri, mantenendo identico bilancio finale (cioè il corretto timing della chiusura, fondamentale per evitare incollaggi del bossolo ed eventuali sfondellamenti).

Il carrello è appesantito, ma non è più largo, misura sempre 27 mm, esattamente come quello della vecchia 84: l’aumento di massa è stato ottenuto rendendo più alti e squadrati i fianchi, che sono passati da una altezza di 10,5 mm agli attuali 12 mm. Questo comporta anche una maggior superficie di presa per le dita sulle fresature di armamento, che non sono più inclinate in avanti, bensì dritte e, soprattutto, adesso sono doppie, anteriori e posteriori. Il peso rilevato con la nostra bilancia elettronica del carrello della 84 Fs è di 248 grammi, mentre quello della 80X è risultato essere di 274 grammi, quindi con un aumento di 26 grammi. A fronte di questo aumento ponderale, il peso complessivo dell’arma risulta pressoché immutato, cioè 669 grammi a fronte di un peso rilevato della 84 Fs di 670.

Il sistema di smontaggio è rimasto invariato, ed è uno dei più sicuri ed efficienti sul mercato: per disgiungere il gruppo canna- carrello-molla di recupero-guidamolla dal fusto, si preme il piolo di ritegno sul lato sinistro del telaio, sopra il ponticello, e si ruota di 90 gradi verso il basso la leva sul lato sinistro. Non resta che far scorrere tutta la metà superiore dell’arma in avanti. Proprio in occasione dello smontaggio di ha una ulteriore sorpresa, rappresentata dal fatto che adesso il gruppo di recupero è di tipo “moderno”, cioè la molla di recupero risulta prigioniera del guidamolla in acciaio. In tal modo non può essere smarrita per proiezione fortuita durante la manutenzione. Altra ristrutturazione in chiave “modernista” è stata l’aggiunta di una slitta Picatinny sulla parte frontale del telaio, con due slot per il montaggio di torce o laser. Per agevolare al massimo il posizionamento di questi accessori, il ponticello è perfettamente dritto all’estremità anteriore, inoltre il suo “occhio” è stato risagomato al fine di garantire il maggior agio possibile alle dita del tiratore, anche indossando i guanti. La versione che sarà disponibile inizialmente sul mercato italiano è la bronze, caratterizzata dalla anodizzazione color bronzo del telaio, in distribuzione nelle armerie dal mese di aprile; più avanti arriverà anche la versione “classica” con telaio anodizzato nero e canna brunita.

Mire e scatto
Gli organi di mira sono stati anch’essi aggiornati, e non di poco: innanzi tutto, il mirino non è più integrale al carrello, bensì innestato a coda di rondine, risulta inoltre più alto e squadrato, quindi acquisibile con maggior facilità. La tacca di mira è di tipo tattico, con il lato anteriore squadrato, risulta aggettante all’indietro al fine di garantire la massima lunghezza della linea di mira. Sul mirino e sulla tacca sono presenti riferimenti puntiformi bianchi 3-dot system per la collimazione istintiva. La tacca, inoltre, è solidale a una piastrina, vincolata al carrello per mezzo di due viti, rimossa la quale è possibile installare un micro dot elettronico per una collimazione anco più fulminea.

Lo scatto è stato profondamente rielaborato, prendendo alcuni dei contenuti tecnici di quello della serie 92X: non ha, in questo caso, il trattamento Dlc, ma vanta comunque una notevolissima pulizia della corsa, sia in Singola, sia in Doppia azione. Quest’ultima ha un peso obiettivamente stupefacente, di soli 2.900 grammi, mentre a cane armato lo sforzo necessario è di 2.100 grammi. Il grilletto è meno arcuato rispetto alla vecchia 84, ciò consente un maggior controllo proprio nel tiro in Doppia azione, senza peraltro risultare penalizzante in Singola. Altra modifica rispetto alla vecchia serie è stato il ricollocamento del piolo del triggerstop: non è più solidale al grilletto, sulla sua faccia posteriore, bensì è fissato direttamente al telaio.

La nostra prova
La prova a fuoco si è svolta nel balipedio interno della Beretta, con bersagli posti alla distanza di 7 e 25 metri. Davanti a noi, sul bancone, munizioni Fiocchi e Geco, entrambe blindate con palla di 95 grani. Il rifornimento del caricatore risulta agevole, con un indurimento avvertibile giusto sugli ultimi tre colpi: la differenza nello sforzo richiesto per l’armamento del carrello, a cane disarmato, è di tutta evidenza, proprio avendo come paragone diretto la vecchia 84, che abbiamo chiesto alla Beretta di metterci a disposizione anche per il servizio fotografico. Adesso la 84 risulta obiettivamente facile nell’armamento tanto quanto la 92, o quasi. È tuttavia l’impugnatura, a fare a nostro avviso la maggior differenza: il profilo Vertec e lo spessore ridotto (di 2,5 mm circa) consentono alla mano di serrare l’arma come in una morsa e l’elsa aggettante imprigiona (ma gentilmente, senza pungere) l’eminenza Tenar. Il risultato è che la 80X diventa in pratica il prolungamento del braccio. L’ergonomia rinnovata dell’impugnatura costituisce un plus non indifferente anche nel controllo non tanto del rinculo (che è a onor del vero modesto), bensì soprattutto del rilevamento, che resta perfettamente gestibile anche nelle serie veloci.

Lo scatto necessita di un po’ di affiatamento, ma veramente un minimo, dopo due caricatori già l’arma è un laser e i colpi finiscono proprio dove si stava mirando. A tal proposito, il funzionamento a canna fissa e la linea di mira allungata (seppur di poco, ma anche i millimetri contano), garantiscono a questa “piccola peste” una precisione veramente inusitata per la categoria: con le cartucce Fiocchi, a 7 metri abbiamo piazzato quattro colpi in un solo foro, mentre a 25 metri, con le cartucce Geco (superlative anche in termini di docilità) abbiamo inanellato una rosata di quattro colpi in soli 25 millimetri, che è obiettivamente un risultato che si fa fatica a ottenere con una pistola full size in 9 mm o in .45 acp, senza un adeguato allenamento. Il tutto, senza alcun sacrificio in termini di ingombri complessivi rispetto alla vecchia 84 Fs che, comunque, già si sapeva difendere più che bene sul bersaglio.

Il problema grosso con quest’arma è che ci si fa prendere subito la mano e non si vorrebbe mai smettere la sessione di tiro… facezie a parte, abbiamo sparato circa 150 cartucce e, ovviamente, l’arma non ha fatto una piega. L’espulsione è risultata regolarissima, la percussione appena un filo decentrata ma potente, affumicatura pressoché assente dei bossoli e appena un accenno di fisiologico spanciamento.

Conclusioni
La 80X non è un restyling della 84: è una nuova pistola che prende il meglio dal passato, integrandolo con contenuti tecnici innovativi. È un’arma che sfida la concorrenza con un fusto in Ergal e una chiusura a massa, accortamente modernizzata però per consentirne una fruizione più agevole. È un’arma che propone in versione “mini” gli stili della 92X, che hanno fatto veramente un botto sul mercato internazionale. È un’arma super-professionale, destinata alla difesa personale, specializzata e votata all’impiego pratico: ma non si può fare a meno di innamorarsene anche da un punto di vista prettamente estetico e formale e, ultimo ma non ultimo, spararci è un piacere.

L’articolo completo su Armi e Tiro di marzo 2023

 

Scheda tecnica
Produttore: Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, beretta.it
Modello: 80X Cheetah bronze
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9 corto (.380 auto)
Funzionamento: chiusura labile
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a singola presentazione
Numero colpi: 13+1
Lunghezza canna: 99 mm
Lunghezza totale: 175 mm
Altezza: 123 mm
Spessore: 32 mm (alle guancette)
Scatto: Singola e Doppia azione
Percussione: cane esterno scheletrato, percussore inerziale
Sicura: automatica al percussore, manuale ambidestra sul fusto con abbatticane, mezza monta del cane
Mire: mirino a lama innestato a coda di rondine con dot bianco, tacca di mira tattica con due dot bianchi, possibilità di montaggio di micro dot sul carrello e di collimatori laser sul fusto tramite slitta Picatinny
Materiali: fusto in Ergal, carrello in acciaio al carbonio, canna inox
Finiture: fusto anodizzato bronzo, canna satinata, carrello Bruniton, caricatore brunito lucido
Peso rilevato: 669 grammi
Qualifica: arma comune da sparo
Prezzo: 919 euro, Iva inclusa