Il bilancio consolidato 2020 di Beretta holding SA, che controlla 32 società specializzate nelle armi portatili ma anche nell’abbigliamento e negli accessori per la caccia, lo sport e la difesa, segna un fatturato pari a 810 milioni di euro, con un aumento di 130 milioni rispetto al 2019, con un utile netto consolidato di 93,3 milioni di euro, contro i 58 del 2019. I prodotti “non firearm” rappresentano circa il 28 per cento del fatturato, con 108 milioni a carico del comparto ottiche (Steiner e Burris), e 39 milioni per quanto riguarda l’abbigliamento. A disposizione per eventuali future acquisizioni, sulle quali tuttavia il presidente Pietro Gussalli Beretta ha preferito non fornire anticipazioni, risulterebbero disponibili risorse finanziarie pari a 360 milioni di euro. L’ultima acquisizione in ordine di tempo è stata quella del leggendario gunmaker londinese Holland & Holland, acquisizione indubbiamente dal valore strategico e di immagine molto superiore al controvalore strettamente economico.
Per quanto riguarda, invece, Beretta industrie, che è la società capogruppo che governa le aziende site sul territorio italiano (Fabbrica d’armi Pietro Beretta, Uberti, Benelli, Meccanica del Sarca, con i brand collegati, ma anche le francesi Chapuis e Humbert Ctts), il giro d’affari consolidato è risultato pari a 372,8 milioni di euro (contro i 362,8 del 2019), con un risultato operativo pari a 44,2 milioni di euro (44,5 nel 2019) e un utile netto di 37,2 milioni (39 circa nel 2019). Gli investimenti di Beretta industrie sono ammontati a 15 milioni di euro. La fase acuta del blocco delle attività a causa dell’emergenza Covid è costata all’incirca 120 giornate lavorative, mentre l’approntamento delle procedure e l’adeguamento dei luoghi di lavoro per la prevenzione del contagio ha avuto un costo di circa 800 mila euro.