«Bisogno di normalità»

Confusione sull’attività istituzionale, attività agonistica ferma e Olimpiade a rischio, si prolungano i tempi del commissariamento? Il parere di un “ex” candidato alla presidenza Uits

Il Covid-19 sembra aver fatto emergere anche la fragilità del mondo del Tiro a segno, che vede a rischio l’attività olimpica per il probabile rinvio dell’Olimpiade e il blocco dall’attività certificatoria per “auto sospensione”. Misure controverse e opinabili, interpretate a seconda dei punti di vista, ma che coinvolgono comunque più che mai il mondo del tiro in tutti i suoi aspetti, non ultimi quelli legati alla direzione futura dell’Uits e all’organizzazione del settore atleti.

Dopo aver letto la sfilza di comunicati del commissario straordinario Uits che riteniamo abbiano disorientato piuttosto che far chiarezza, abbiamo sentito l’opinione del giudice Gianfranco Mantelli, “ex” candidato alla presidenza che, oltre a essere stato un olimpionico del tiro a segno, incarna la duplice essenza dell’Uits.

L’annullamento delle elezioni non ha consentito a lei e agli altri candidati di dare all’Uits una guida politica, non ritiene che dopo un così lungo commissariamento fosse tempo di svolgere le elezioni?

«Mi sembra che sia esattamente il contrario: l’annullamento delle elezioni ha sanato una grave anomalia, in particolare con riferimento ai tempi incongruamente limitati del periodo elettorale e delle formalità delle elezioni, come indette dal commissario straordinario Francesco Soro, tali da non consentire la costituzione di “cordate” omogenee e la messa a punto di programmi coerenti e ben ponderati da proporre ai presidenti elettori».

Come si spiega l’anomalia?

«A mio avviso, all’origine di tale anomalia c’è stata la scelta gravemente errata, in fatto ed in diritto, del commissario medesimo di protrarre immotivatamente e, quantomeno, inutilmente, per almeno due anni il commissariamento, per poi indire le elezioni – per l’appunto, con inammissibile e ingiustificato ritardo – alla fine del suo mandato, ulteriormente all’uopo prorogato, lasciando la gestione delle stesse al segretario generale, per di più autorevole candidato-presidente. Con l’ulteriore incongruità di averle indette a un anno dalla fine del quadriennio olimpico, con l’obiettiva previsione di una consiliatura in funzione, dopo le obbligatorie ratifiche, solo per pochi mesi».

Dunque, adesso?

«Bene ha fatto il nuovo commissario, colonnello Igino Rugiero, ad annullare quelle anomale elezioni, rinviandole all’inizio del quadriennio prossimo. Nella speranza che la eccezionale pandemia in atto non costituisca, con il ventilato rinvio dell’Olimpiade, ulteriore causa di forza maggiore per la prosecuzione di un regime di commissariamento straordinario, per definizione patologico, in una realtà che avrebbe, invece, dopo tanti anni, un grande bisogno di normalità».

La sua esperienza di tiratore olimpico insieme a quella di magistrato pensa che possa essere di particolare aiuto ad un Ente che opera su due fronti, quello sportivo e quello istituzionale?

«Onestamente, penso proprio di si, nel senso che tutte le mie esperienze, conoscenze e professionalità, ora che sono un “giovane” pensionato, sono a disposizione, a tempo pieno, di tutto il Tiro a segno Italiano. E sottolineo: con tutto l’impegno e il disinteresse che hanno sempre caratterizzato la mia lunga vita sportiva (26 anni in Nazionale) e professionale (49 anni di servizio)».

Qualcuno pensa che se oggi, nella situazione di emergenza generata dai provvedimenti adottati dal governo in materia di salute pubblica per il Covid-19, ci fosse stato al timone dell’Uits un presidente eletto, forse ci sarebbe stata maggiore concertazione prima di promuovere un provvedimento di sospensione di tutte le attività delle sezioni del Tiro a segno nazionale. Lei cosa avrebbe fatto, ritiene che le sezioni svolgano un servizio pubblico utile anche in questo momento?

«Ritengo che, in teoria, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo non abbia senso ipotizzare differenze nella condotta del commissario straordinario rispetto a quella di un presidente eletto, se non sotto il profilo della collegialità della decisione che sarebbe stata presa in sede di gestione ordinaria dell’Ente. Nella sostanza, dovendo una disposizione della Uits rispettare comunque le norme di legge e regolamentari che presiedono la attività delle sezioni del Tiro a segno nazionale, e nel rispetto della gerarchia delle norme stesse come prevista nel nostro ordinamento, una delibera in merito deve naturalmente scindere l’attività istituzionale da quella non istituzionale. Di conseguenza, per quest’ultima, da considerarsi privata e non essenziale, appare corretta l’imposizione di una sospensione sine die, in attesa di delibere di normalizzazione con riferimento alle attività commerciali o di altra natura che comportano inutili rischi di contagio; mentre la attività istituzionale, avendo natura pubblica, e quindi di pubblico interesse, può essere sospesa esclusivamente con una norma di legge ad hoc e non certo con un provvedimento di un Ente pubblico quale la Uits. Nel senso che soltanto i decreti da ultimo emessi per fare fronte alla emergenza Coronavirus avrebbero potuto sospendere la attività pubblica di certificazione delle Sezioni Tsn. Cosa che non è avvenuta. Peraltro, ad esempio ed a riprova, nella emergenza un ruolo importante è quello delle gpg, e sarebbe un serio problema se venisse meno la loro legittimazione a operare, legittimazione che consegue proprio, per legge, alla attività certificativa delle sezioni Tsn. Quanto sopra non è certo opinabile, posto che lo impone la legge. In mancanza di norme di carattere generale, soltanto in presenza di esigenze locali eccezionali e contingenti è legittimata ad agire in tal senso l’Autorità preposta, l’ufficio territoriale del governo, ovvero il prefetto, con provvedimenti, ovviamente congruamente motivati, con efficacia limitata alla provincia di competenza, in particolare, nel caso di specie, con la temporanea inibizione della funzione pubblica del Tsn».

Un problema sembra essere anche lo svolgimento delle attività di tutti gli atleti, ma in particolare tutti coloro che questa estate saranno chiamati a partecipare all’Olimpiade. Pensa che ci sarà uno slittamento di questo quadriennale evento?

«Il pericolo di un rinvio mi sembra concreto. Per ora il Giappone tiene duro, ma la vedo proprio brutta! E da (ex) atleta mi pongo il problema degli allenamenti dei tiratori in preparazione olimpica. Certo, il concetto di quarantena è in evidente contrasto logico con quello di collegialità che caratterizza molta della attività di allenamento. Starà alla sensibilità dei responsabili e dei diretti interessati di trovare soluzioni compatibili con le esigenze di sicurezza e prevenzione atte a contenere il contagio. In proposito, non mi sembrerebbe affatto una forzatura equiparare tale attività allo svolgimento di un lavoro importante, strategico e non differibile, e come tale autorizzato a proseguire, nel rispetto di tutte le cautele previste».

Il commissario straordinario della Uits ha più volte detto che le elezioni ci saranno a ottobre. E se, posticipando i Giochi olimpici, posticipassero ancora una volta la data delle vostre elezioni?

«Purtroppo il rischio di rinvio dei Giochi olimpici, come detto, appare molto concreto. A quel punto, anche lo scivolamento delle elezioni potrebbe essere considerato una automatica conseguenza. In una situazione eccezionale, però, direi che nelle competenze del presidente del Coni o della giunta potrebbe esserci la delibera di una elezione anticipata, in presenza, altresì, di una situazione straordinaria di commissariamento pluriennale della Federazione. Penso che il ministero della Difesa ne prenderebbe atto, senza sollevare eccezioni. Procedura, ovviamente, atipica per definizione, che, ritengo, dovrebbe essere attivata dal commissario straordinario medesimo, anche in funzione del mandato che è stato chiamato ad assolvere: per l’appunto, indire le elezioni».