Due notizie apparentemente scollegate tra loro cambieranno il modo di osservare e interpretare, le creature che popolano il cielo. Qualche giorno addietro, nel distretto Waabari a Mogadiscio (Somalia) quello che sembrava un grosso volatile nero si è improvvisamente schiantato al suolo: osservandolo meglio si è subito scoperto che era dotato, nelle ali, di due eliche in fibra di carbonio. In effetti era un micro-Uav da osservazione, costruito in modo da sembrare un normale volatile e probabilmente, in “forza” alla Nisa-National intelligence and security agency l’agenzia di intelligence somala. Questi strani “volatili” non sono affatto una novità: droni di forma similare anche se… monomotore, per esempio, sono stati rinvenuti nelle zone tribali ai confini tra Pakistan e Afghanistan e anche altrove. La loro particolare forma volta a imitare il più possibile gli uccelli, è dovuta al fatto che essendo destinati a operare a quote piuttosto basse, è meglio occultare i loro reali scopi.
L’altra notizia, è che la polizia olandese sta addestrando con successo dagli inizi dell’anno (video messo in onda dalla polizia stessa…) aquile per ghermire in volo micro-droni. In realtà, sarebbero addestrate a riportare il drone a terra e qui, “ricompensate” per il lavoro svolto. Per adesso solo micro-droni, ma le ben note capacità “muscolari” dell’aquila, lasciano supporre la possibilità di abbattere altre tipologie leggermente maggiori. Un approccio senza dubbio low-tech e “naturale”, ma non per questo, meno efficace e di pronto intervento.
Molti rapaci, tra l’altro, vengono già utilizzati come deterrenza contro i volatili negli aeroporti: pericolosi nelle fasi di decollo e atterraggio perché potrebbero venire ingestiti dai reattori.
Cambia anche il bird-watching: Volatile si, ma…di quale specie? Un’aquila in volo: libera o “in servizio”? (Claudio Bigatti)