Le vendite delle armi italiane, nel 2010 hanno subito un calo che s'aggira intorno al 5-10% rispetto al 2009, quelle delle munizioni una riduzione anche maggiore, con punte oltre il 20%. I dati sono stati resi noti dall'Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam) in occasione della presentazione di Exa, la mostra dedicata alle “Armi sportive, security e outdoor” in programma a Brescia dal 9 al 12 aprile prossimi.
Secondo l'Anpam si può prevedere un andamento sostanzialmente simile per l'anno in corso. ''Il mercato italiano” è stato riferito, “subirà nel 2011 l'andamento generale, aggravato in parte dall'aumento dei costi delle materie prime, mentre con la ripresa dell'attività venatoria il settore spera di riprendere fiato e recuperare fette di mercato''.
Le armi bancate nel 2010 a confronto con quelle del 2009 fanno segnare uno 1,06% in più (745.949 contro 738.159), grazie in particolare alle armi a salve. Crescono le armi corte, certamente grazie a qualche commessa di Beretta, ma non solo. Purtroppo c’è stato un calo drastico, nel settore dei fucili a canna liscia, "patrimonio" per eccellenza del nostro Paese e dell’avancarica. Nei primi mesi del 2011 sembra di assistere a un'inversione di tendenza: crescono i fucili a canna liscia e calano un po' le armi corte.
Nel 2010 sono state provate 341.590 armi lunghe per caccia e sportive, 200.974 armi corte, 61.626 repliche e armi ad avancarica, 106.803 armi a salve e 34.956 parti sciolte.