Un’Olimpiade indimenticabile per il Tiro a segno italiano e, in particolare, per Niccolò Campriani: dopo aver conquistato una settimana fa l’argento nell’aria compressa e aver raggiunto la finale dei sessanta a terra, il fuoriclasse toscano ha superrato se stesso, conquistando la medaglia d’oro nei 120 colpi della carabina libera 3 posizioni. La gara di Campriani è stata un vero e proprio capolavoro: dopo i 120 colpi di qualificazione, Niccolò aveva totalizzato 1.180 punti, nuovi record olimpico, il precedente era di Rajmond Debevec, stracciando gli avversari. Basti pensare che il suo amico e compagno di allenamenti, lo statunitense Emmons, era a ben 8 punti di distanza. Campriani ha “fatto il suo” nelle frazioni in piedi (390) e a terra (396), mentre ha fatto la differenza in ginocchio con un 394 che lo ha proiettato in vetta.
In finale, ha saputo controllare il grande vantaggio e senza commettere errori; la stessa cosa non la si può dire di Emmons: lo statunitense, dopo aver gettato al vento all’ultimo colpo sia l’oro ad Atene sia a Pechino, si è ripetuto a Londra e con il 7,6 al decimo colpo ha regalato l’argento all’eccellente sudcoreano Jonghyun, autore di una finale di altissimo livello.
«Avevo tutto da perdere», ha detto Campriani, «in finale niente è scontato. Ci ho messo tutto me stesso e devo dire Grazie a Petra (Zublasing, la sia fidanzata, ndr) che dall’argento di lunedì scorso mi è stata sempre vicino e mi ha permesso di vivere serenamente l’avvicinamento a questa gara. Dedico questa vittoria a mio padre e a mia madre»
A fine gara, il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ha voluto seguire di persona la finale di Niccolò, ha avuto parole di elogio per il neo campione olimpico.