Hannah Gutierrez-Reed (a sinistra nella foto), la giovane maestro d’armi del film Rust, sul set del quale il celebre attore Alec Baldwin ha accidentalmente ucciso la direttrice della fotografia e ferito il regista, non ci sta a fare da capro espiatorio nell’inchiesta volta a chiarire per quale motivo fossero presenti munizioni vere sul set e, tramite il suo avvocato, rilancia, paventando uno scenario inquietante di vero e proprio sabotaggio.
Proprio di sabotaggio, infatti, ha parlato il suo avvocato in una dichiarazione congiunta con la Gutierrez all’emittente televisiva Nbc. “C’era una scatola di cartucce inerti contrassegnate con la scritta “inerti”, ha dichiarato l’avvocato, “non sappiamo come sia stato possibile che una cartuccia carica potesse uscire da quella scatola. Dobbiamo quindi presumere che qualcuno ve l’abbia messa volontariamente”.
L’avvocato cita come ipotesi di lavoro il fatto che “qualcuno avrebbe voluto sabotare il set, per evidenziare il proprio malcontento”, mettendo una cartuccia carica nella scatola di quelle inerti. Stranamente, però, il legale non ha fatto alcun cenno al problema relativo all’allontanamento volontario di parte dei lavoranti alla produzione del film, proprio a causa delle scarse misure di sicurezza, pochi giorni prima dell’incidente fatale.
Sempre secondo l’avvocato della Gutierrez, le armi non sarebbero state lasciate incustodite per due ore il giorno dell’incidente, come si è affermato, perché sarebbero state invece conservate in una cassaforte durante il pranzo e, di conseguenza, sarebbero rimaste incustodite solo per circa 10 minuti.
L’avvocato ha anche dichiarato che la giovane Gutierrez avrebbe ricoperto due distinti incarichi sul set, il che le avrebbe reso difficile concentrarsi sul suo compito di maestro d’armi.