Bisogna capirlo, in fondo: un assessore alla sicurezza di Voghera, leghista, che gira con la pistola e uccide, in uno scenario ancora tutto da chiarire, un irregolare marocchino. Per un segretario del Pd, è un piatto fin troppo ricco per non buttarcisi a capofitto. Le dichiarazioni rilasciate su Twitter da Enrico Letta, tuttavia, lasciano di stucco, oltre che per l’ormai consueta superficialità con la quale si affronta il tema delle armi (ricordiamo dichiarazioni altrettanto grette all’indomani dei fatti di Ardea), anche per la tendenza ormai consolidata a partire da un singolo fatto di cronaca (ancora, lo si ribadisce, del tutto da chiarire) per partire in quarta con la criminalizzazione “senza se e senza ma”, come piace dire al suo partito, di una intera categoria.
“Oggi a #Voghera un uomo è morto“, ha twittato Letta, “per colpa di una #pistola. È un giorno triste. Saranno inquirenti e autorità giudiziarie a decidere. Nessuno si sostituisca a loro. Ma una cosa dobbiamo e possiamo farla: #StopArmiPrivate. In giro con le armi solo poliziotti e carabinieri“.
Qui vanno fatte innanzi tutto due considerazioni: la prima è, ci scusi tanto signor segretario, che le pistole non hanno colpa. Non ci risulta che vengano processate né tantomeno condannate. Sono eventualmente le persone ad avere colpa e saranno quindi le persone a doversi assumere le proprie responsabilità di fronte alla giustizia.
La seconda considerazione è che non si può fare a meno di constatare come il segretario Letta parta da un singolo, specifico caso che riguarda un soggetto autorizzato (ammesso che lo sia) a portare addosso l’arma, per invocare che a tutti i soggetti portatori di armi in Italia (circa 15 mila cittadini, senza contare le guardie giurate) l’arma sia tolta. Non si può fare a meno, in particolare, di andare con la mente e la memoria alle dichiarazioni della Lega “dura e pura” che quando un migrante irregolare commette un eclatante delitto, invoca i porti chiusi e la defenestrazione di tutti gli stranieri dal suolo italiano. Per essere, prontamente (e coerentemente) tacciata di populismo, demagogia, razzismo e sciatteria dai politici del Pd. Quindi? La logica qual è? Che nel momento in cui un migrante delinque non si può generalizzare né criminalizzare una intera categoria, ma nel momento in cui a delinquere (ammesso che di questo si tratti, la Costituzione parla di presunzione di innocenza, ma anche in questo caso la sinistra sembra aver già superato la Cassazione…) è un cittadino autorizzato a portare un’arma, bisogna cancellare automaticamente e immediatamente una categoria di cittadini? Be’, caro segretario, le opinioni in politica sono sacrosante, ma anche la coerenza avrebbe il suo valore, così come le persone coerenti. La criminalizzazione a orologeria e a prescindere, non apparteneva solo a “certe destre”? Complimenti.