Il paradosso

Charter arms propone un revolver tra i più strani: innanzi tutto per la cameratura “semiauto”, poi perché capita di rado di trovare un telaio small abbinato a una canna lunga 6 pollici. Tuttavia, un suo senso ce l’ha…

Di Matteo Cagossi

Un revolver camerato in 9 mm parabellum (9×21 in Italia) non è certo una novità, però desta sempre una sana curiosità per le potenzialità di un’arma caratterizzata dalla contraddizione nata dall’incontro tra un tamburo e una munizione tipicamente per pistola semiautomatica.
In tale campo, si ricordano ottimi precedenti come gli Smith & Wesson 547 e 940 calibro 9 mm parabellum su telaio medio e piccolo, o i tamburi di conversione Manurhin, sempre nel medesimo calibro, destinati ai revolver modello Mr 73.
Più recentemente, poi, si è visto l’avvento di revolver nazionali come i Chiappa Rhino in 9 mm e .40 S&W o i revolver d’impostazione sportiva su telaio “L” principalmente proposti da Smith & Wesson in calibro 9×21 mm, 10 auto/.40 S&W e .45 acp. Proprio la curiosità per un revolver di questa ristretta nicchia di mercato, ci ha spronato a testare il Charter arms Pitbull calibro 9×21 mm. Partendo dalla linea Bulldog, Charter arms ha realizzato una ulteriore linea di armi a rotazione denominata Pitbull, che si distingue dal resto della produzione aziendale per il fatto di essere espressamente camerata in calibri tipici per pistola semiautomatica quali il 9 mm parabellum (9×21 per l’Italia), .40 S&W e .45 acp. Tale linea di armi è nata come snub nose generalmente con canna di 2,2 pollici e tamburo di 5 cartucce, destinata al porto occulto per difesa personale. Da tale linea è stata in seguito aggiunta una variante che potremmo definire “target”, con canna lunga e mire regolabili, oggetto della presente prova. Il revolver in prova ha sicuramente un’estetica e finiture piuttosto inconsuete rispetto ai canoni a cui siamo abituati in Europa e anche la tipologia di configurazione qui presentata risulta più unica che rara, visto che anche nei calibri tradizionali per revolver, ben difficilmente si è visto un abbinamento tra telaio small a 5 colpi e canna lunga 6 pollici (152 mm).
Viste, poi, le guancette semianatomiche di dimensioni piuttosto compatte e la mitezza del calibro se sparato in revolver, sembrerebbe quasi che il Pitbull, nella versione “target”, sia destinato a un pubblico particolarmente giovane.
Certamente la Charter arms Pitbull in prova, non è da considerarsi come arma per difesa se non in ambito domestico ma, nemmeno un revolver per Tiro dinamico o di precisione in senso stretto. Trova la sua ragion d’essere nel tiro informale in poligono, pensando particolarmente a quel pubblico che desidera un’arma con la quale sia possibile fare un tiro mirato a 25 metri, dal peso poco affaticante e dalla buona maneggevolezza.
Il tamburo ha 5 camere di cartuccia con estrattore stellare dotato di pistoncini indipendenti destinati ad agganciare il rim di ogni singolo bossolo. Vale a dire che, per gestire munizioni con fondello privo di orlo senza l’impiego di moon clip, Charter arms ha adottato una stella d’espulsione particolarmente spessa per contenere un pistoncino elastico per ogni camera. Sistema assimilabile ma tecnicamente differente da quello a suo tempo adottato dalla Smith & Wesson per il modello 547 che, viceversa, possedeva un complesso estrattore stellare con lunghe unghie estrattrici costituite da molle a lamina.
Il tamburo è articolato al castello per mezzo di un classico giogo e trattenuto in chiusura in due punti: all’estremità posteriore, grazie al tipico piolo che protrude dal centro della stella di estrazione, e in corrispondenza del giogo, grazie a un manicotto conico concentrico al gambo dell’estrattore che si inserisce in uno scasso nella parte anteriore della sede sotto la canna. Inoltre, essendo la rotazione in senso orario come nei revolver Colt, il movimento tende a tener ben chiuso il tamburo durante lo sparo. Ad arma chiusa, il timing delle camere è apparso corretto, restituendo anche bossoli percossi centralmente mentre le tolleranze generali appaiono piuttosto buone e allineate con i prodotti Smith & Wesson e Ruger.
Il castello è realizzato in due parti, unite tra loro mediante viti. La parte superiore, cioè il telaio vero e proprio, è costruita in solido acciaio inossidabile con finitura satinata opaca. La sede del tamburo e il tamburo stesso, presentano una lunghezza ridotta rispetto alle armi in calibro .38 special o .357 magnum in quanto le munizioni da “semiautomatica” utilizzate nella serie Pitbull vantano un’altezza mai superiore ai 29,5 o 33 mm in base alla cameratura. Al telaio è avvitata la canna e contiene parte del sistema di scatto. Non presenta la cartella laterale, diversamente dai Colt e Smith & Wesson, in quanto parte dei congegni di scatto trovano posto nella sottostante porzione di fusto, che integra impugnatura e ponticello ed è realizzata in lega leggera. L’accoppiamento tra i due componenti è realizzato tramite due perni passanti, una vite posteriore e la vite di tenuta del giogo del tamburo.
La canna da sei pollici è di tipo cilindrico e pesante con volata ben rifinita e priva di sottocanna a protezione dell’asta dell’estrattore. Sulla canna è presente un mirino a lama integrale alla rampa, il tutto avvitato alla canna. Il mirino non ha riferimenti per tiro in condizioni di scarsa visibilità e, pertanto, appare destinato al solo tiro di precisione. A tal proposito, l’arma è dotata di tacca di mira regolabile micrometricamente. Almeno sulla carta. L’esemplare in prova, infatti, ha mostrato una certa “debolezza” dell’attacco della tacca in quanto, durante la sessione di tiro, è stato più volte necessario serrare la vite di ritenzione della tacca stessa. Il problema, comunque, affligge di tanto in tanto anche i blasonati Smith & Wesson e si può facilmente risolvere con un po’ di frenafiletti. Ciò non toglie che i congegni di puntamento, nella loro semplicità, forniscano buone prestazioni, permettendo di ottenere risultati lusinghieri. Molto è anche dovuto allo scatto ad Azione mista, di valida concezione. La Doppia azione è risultata particolarmente fluida e ben fruibile nelle serie di tiro rapido, in quanto la taratura della molla del cane consente un’ottimale ripartizione del carico sull’intero arco di rotazione del grilletto. Armando, viceversa, il cane per il tiro in Singola azione, si apprezza uno scatto preciso, leggero, costante e secco che garantisce elevate prestazioni in termini di precisione. Il grilletto è dotato di solchi anteriori antiscivolo e spigoli ben arrotondati e, sia in Doppia sia in Singola, è apparso adeguatamente dimensionato per la tipologia d’arma.
Proprio al grilletto, inoltre, è vincolata la transfer bar, presidio di sicurezza contro eventuali spari accidentali dovuti a cadute, rotture dei piani di scatto o prematuro rilascio del cane in fase d’armamento.
Tale sicura è composta da un traversino che solo a grilletto completamente premuto, si interpone tra la faccia del cane e la coda del percussore al fine di trasferire l’energia cinetica fornita dal cane al percussore stesso, posto all’interno del castello.
Con grilletto a riposo, viceversa, la transfer bar si posiziona al di sotto della coda del percussore, mentre il cane appoggia contro il castello tramite la propaggine superiore aggettante, senza interessare il percussore. Quindi, l’arma è assolutamente sicura nei confronti degli spari accidentali. Una seconda sicura previene lo sparo nel caso di incompleta chiusura del tamburo.
Il Pitbull, in veste Target, vanta le medesime caratteristiche degli snub nose che l’hanno preceduto con, in più, una canna lunga e pesante che agevola soprattutto i neofiti nell’approccio con il revolver. Impugnando il Charter, sia ha subito la sensazione di massimo controllo dell’arma. Ciò è dovuto al castello asciutto e all’impugnatura di dimensioni ridotte, ma dalle notevoli potenzialità ergonomiche, che premette di avere la piena padronanza dell’arma. Cosa, peraltro, valorizzata dal bilanciamento appruato della rivoltella. La lunga canna pesante, sposta il baricentro verso la volata ma, vista l’assenza del classico contrappeso sotto canna, la massa complessiva dell’arma non ne risente più di tanto consentendo, altresì, di affrontare lunghe serie di tiro senza affaticarsi. Le prove pratiche hanno visto l’esplosione di un paio di centinaia di cartucce variamente assortite, tutte di fabbrica, quali le Fiocchi Top defence Black mamba con palla blindata troncoconica di 100 grs, ideali per difesa personale, le Sellier & Bellot Fmj 124 grs e le Fiocchi Top Target subsoniche 147 grs ramate, ottime per tiro in poligono. Prima di iniziare i test di precisione, abbiamo provveduto alla taratura dell’arma che, a nostro modo di vedere, non risultava azzerata correttamente. La tacca di mira è risultata lasca, per cui abbiamo dovuto precedentemente serrare la vite di tenuta della stessa posta anteriormente a quella di taratura. Fatto ciò, l’arma è tornata pienamente funzionale e, alla distanza di 15 metri abbiamo potuto realizzare le varie rosate da 5 cartucce in tiro di precisione in Singola azione. Le Fiocchi Black mamba non hanno tradito le aspettative risultando le più precise, mentre con le Sellier & Bellot e le Subsonic abbiamo ottenuto risultati discreti ma non a livello delle prime. Sparando in Singola azione le dimensioni minute dell’impugnatura non agevolano il posizionamento naturale del dito indice sul grilletto che, pertanto, risulta eccessivamente arretrato. Almeno per tiratori con mani di taglia media.
Proseguendo il test, avvicinando il bersaglio a 7 metri per un tiro difensivo in sola Doppia azione, la controllabilità della Pitbull è apparsa assoluta in quanto le modeste reazioni allo sparo provocate dalla munizione calibro 9×21 mm sparata in revolver e l’impugnatura estremamente comoda, determina l’immediato rientro in punteria. L’estrazione dei bossoli non ha mostrato incertezze, ma la ricarica del tamburo non appare così comoda in quanto è necessario spingere col pollice la cartuccia dentro la camera poiché la presenza dell’estrattore a pistoncino inibisce la cameratura per sola gravità. Non si capisce la scelta di non dotare l’arma, magari come opzione, di comode lunette che, peraltro, permetterebbero una ricarica estremamente più rapida rispetto anche agli speed loader. In ogni caso, l’arma ha dato buona prova di sé, tanto nel tiro precisione, quanto in quello difensivo: per cui, salvo pareri soggettivi sull’estetica, è indubbio che la Charter arms provata sia un’arma affidabile e ben fruibile.
Il prezzo di vendita ben al di sotto dei fatidici 1.000 euro e la possibilità di detenere un revolver nel medesimo calibro di una pistola semiautomatica eventualmente già posseduta, può rendere il Pitbull una valida alternativa per quanti vogliano approcciarsi ai revolver senza troppo impegno.
La prova completa su Armi e Tiro di ottobre 2017
Produttore: Charter arms, charterfirearms.com
Importatore: Origin Stb, via Carlo Grigioni 13, 47122 Forlì (Fc), tel. 0543.79.89.28, originstb.com
Tipo: revolver
Modello: Pitbull
Calibro: 9×21
Impiego specifico: tiro informale e difesa abitativa
Tamburo: da 5 cartucce con estrattore simultaneo dotato di pistoncini elastici indipendenti
Scatto: Azione mista; peso rilevato, 4.500 g in Doppia e 1.200 g in Singola
Percussione: cane esterno
Sicura: transfer bar; sicura automatica in caso di tamburo non perfettamente chiuso
Canna: lunga 153 mm, profilo pesante
Lunghezza totale: 270 mm
Organi di mira: mirino fisso su rampa, tacca di mira regolabile
Materiali: acciaio inossidabile per castello, tamburo e canna; lega leggera per impugnatura; guancette in Neoprene
Finitura: satinata opaca
Qualifica: richiesta class. sportiva
Prezzo: 790 euro, Iva inclusa