Oggi la pistola semiautomatica ha il dominio assoluto del mercato delle armi corte per impiego militare e di polizia, e una spiccata prevalenza anche nel segmento della difesa personale (ambito nel quale, tuttavia, anche il revolver non può dirsi estinto). Il XXI secolo è senza dubbio il secolo delle semiautomatiche con telaio in polimero (debuttate dagli anni Settanta del XX secolo), ma in effetti si tratta, oggi, di un’arma talmente “scontata” che i più si sono dimenticati quanto laborioso sia stato giungere alle forme e alle dimensioni che oggi riteniamo essere “naturali” e, soprattutto, una cortina di oblio è calata sui pionieri, i precursori, coloro i quali hanno inventato (e brevettato) i primi modelli di arma corta semiautomatica. È giusto quindi, seppur sinteticamente e brevemente, rendere loro giustizia.
Nella vecchia mittel-Europa
In effetti, lo sviluppo tecnologico delle armi (tutte, in generale) nel XIX secolo era concentrato in gran parte nei Paesi dell’Europa Centrale, in primis Austria e Germania, là dove risiedevano, oltre a fior di progettisti, anche aziende specializzate ma, soprattutto, in generale un grande apparato inventivo e industriale, che era in grado di spaziare in tutti i campi dello scibile. Non è quindi del tutto sorprendente che la palma di prima pistola semiautomatica brevettata nella storia appartenga all’Austria-Ungheria, più precisamente alla pistola Salvator-Dormus modello 1891 (foto sopra), brevettata l’11 luglio di quell’anno e inventata dall’arciduca d’Austria Karl Salvator e dal conte Georg Von Dormus. L’arma utilizzava una cartuccia a bossolo metallico calibro 8 mm e aveva funzionamento ad apertura ritardata. Solo una cinquantina tra prototipi ed esemplari di pre-serie furono realizzati per sottoporre l’arma all’interesse dell’esercito imperial-regio, nel 1896. In quel momento, tuttavia, i progetti di pistole semiautomatiche erano già più d’uno e, nei loro riguardi, la Salvator Dormus fu ritenuta inferiore dal punto di vista meccanico e funzionale. Il progetto fu quindi abbandonato senza raggiungere una vera produzione di serie, men che meno una diffusione sul mercato commerciale o militare.
Anche la seconda pistola semiautomatica della storia è di origini austroungariche e il brevetto è successivo solo di pochi mesi rispetto alla Salvator Dormus: parliamo della pistola Schoenberger Laumann 1892 (foto sopra), brevettata il 25 novembre 1891. L’arma era sempre camerata per una munizione calibro 8 mm e aveva un sistema di alimentazione a lastrina tipo Mannlicher, accolta in un vano posto davanti al ponticello. La chiusura era a massa semplice. Anche in questo caso, l’arma fu sottoposta a valutazione da parte delle autorità militari asburgiche nel 1896 e, come la Salvator Dormus, fu scartata, determinando l’abbandono del progetto.
Per avere la prima pistola semiautomatica che abbia, in effetti, superato lo stadio sperimentale e raggiunto una produzione commerciale in serie (seppur non con grandissimi numeri), è stato necessario attendere fino al 1893, con la pistola Borchardt (sopra), realizzata dall’omonimo inventore, Hugo Borchardt, e prodotta inizialmente dalla Ludwig Loewe di Berlino (in circa 1.100 esemplari), quindi dalla Deutsche waffen und munitionsfabrik (in circa 2 mila esemplari). L’arma poteva essere corredata di un calciolo per il tiro alla spalla e per la prima volta fece uso di una caratteristica che sarebbe risultata vincente nei secoli a seguire, ovvero il caricatore amovibile contenuto nell’impugnatura. Un’altra caratteristica ebbe grande fortuna, opportunamente rielaborata da un altro grande inventore tedesco, Georg Luger: parliamo del sistema di riarmo a corto rinculo con otturatore a ginocchiello, reso leggendario, appunto, dalla pistola Luger.