Coccodrilli killer in Zambia

Nel Nord Ovest dello Zambia, è emergenza coccodrilli: ormai sono talmente tanti da mettere in serio pericolo le popolazioni locali. Si richiede un intervento di gestione per diminuirne il numero

Il moderno concetto di tutela animalista, da parte della società occidentale, spesso prevede una idealizzazione delle specie animali, fatta da chi vive in un contesto urbanizzato e industriale e non ha la più pallida idea di quale sia il reale impatto di una determinata specie in uno specifico ecosistema, sul quale insistono popolazioni locali magari molto meno urbanizzate e benestanti.

Ma basta voler vedere, o voler leggere, per capire quanto certe specie siano invasive e spesso veri killer per la vita di chi deve conviverci. Tra l’altro, spesso, sono i bambini i più facili a cadere preda di queste specie e a essere letteralmente mangiati vivi. Ce lo ricorda Il Lusaka Times, giornale dello Zambia, che in un articolo pubblicato qualche settimana fa ha sottolineato un problema ricorrente: nel distretto della provincia del Nord Ovest, ci si è appellati al Governo per aiuti immediati a causa dell’infestazione di coccodrilli. Andare a prendere l’acqua ai fiumi è compito quasi sempre delle bambine, al massimo adolescenti, in quanto le madri debbono accudire e provvedere agli altri fratelli e sorelle. Il responsabile del territorio riporta che dal 2018 più di trenta persone sono state uccise dai coccodrilli lungo il fiume Kabompo. “Ci appelliamo al Governo per togliere questi animali prima che finiscano di uccidere tutta la gente del territorio da me diretto”. La risposta del Colonnello Grandson Katambi, Segretario permanente della provincia, riferisce che il problema sarà affidato al Dipartimento dei Parchi Nazionali e della Fauna. “Il numero delle persone che sono state uccise è motivo di grande allarme. È ovvio che la popolazione di coccodrilli è diventata troppa e che la loro permanenza in acqua mette a rischio di attacco la gente”.

Certo a noi europei frasi e allarmi simili possono sembrare che provengano da un mondo utopistico, irreale. Anche perché continuamente veniamo bersagliati da appelli relativi a catastrofi animaliste, di specie ed ecosistemi che spariscono e del degrado irreversibile del nostro ambiente. Abbiamo già detto che mai come in questi tempi, in questi ultimi 100 anni, fauna e flora risultano tutelati rispetto al passato. E in effetti molte specie, in specifiche zone, non solo non si estinguono, bensì proliferano. Evidenziando una necessità di gestione. Che siano elefanti, coccodrilli, leoni, leopardi o coccodrilli non fa differenza. Il futuro della fauna tutta dipende dalla sua integrazione con la vita degli umani. Ed è l’unico modo per salvarli.