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] Forse non si offenderà se sentirà esclamare «ma che bell’M16», ma della pesante eredità “paterna” questa ennesima versione del fucile d’assalto, che ha fatto la storia della seconda metà del secolo scorso, mantiene soltanto il “cuore”: la meccanica. Tutto il resto, è di nuova concezione per accontentare coloro che vogliono imbracciare il mito, senza rinunciare alla soddisfazione di sforacchiare il centro del bersaglio. Così, la Colt, pur tra mille difficoltà tecniche e finanziarie che in questi ultimi anni ne hanno condizionato non poco la fantasia e la penetrazione sui marcati mondiale, ha estratto dal cilindro un pezzo niente male, per nulla rivoluzionario, se paragonato a ciò che ha rappresentato il debutto dell’M16, negli anni Sessanta, ma comunque sufficiente a far rialzare la testa al cavallino rampante e ai cultori di un nome che ancora oggi è sinonimo di grandi imprese nel mondo delle armi (il Single action, e la Government, per citarne soltanto un paio). Ma come si fa a trasformare un “normale” fucile d’assalto in un’arma principalmente destinata al tiro a segno di precisione? I tecnici della Colt hanno lavorato, essenzialmente, sulle due componenti che più di ogni altra sono in grado di condizionare le prestazioni: lo scatto e la qualità della canna. In entrambi i casi, la svolta operata è stata drastica: per lo scatto si è scelta la sostituzione completa di quello impiego sugli Ar-15 standard, optando per il pacchetto già utilizzato per la versione denominata Match target. Anche nel caso di quest’ultimo, si tratta di un’arma particolarmente curata e destinata al tiro di precisione, ma differisce dall’Accurized per aver mantenuto la caratteristica manetta per il trasporto e per avere una canna heavy barrel non inox, che misura “soltanto” 20 pollici (508 mm). Proprio la canna è probabilmente, il marchio di fabbrica che la Colt ha impresso sulla sua creatura. Già a un primo colpo d’occhio, è impossibile non notarla sia per il colore grigio lucido tipico dell’acciaio inox sia per la notevole lunghezza (610 mm) che la fa fuoriuscire dall’astina molto più abbondantemente che nella versione standard dell’Ar-15. Astina che, tra l’altro, è anch’essa assai differente: mentre sulla versione classica è composta da due gusci uniti, che potevano avere la superficie liscia o con solchi circolari per migliorare la presa, quella dell’Accurized è un pezzo unico, completamente in alluminio, solcata da lunghi risalti longitudinali e che, essendo agganciata alla carcassa, lascia la canna libera di flottare. Nella parte inferiore dell’astina tubolare, vi sono i due agganci rapidi, sui quali possono essere montate la magliette porta cinghia di trasporto oppure un bipiede. Ma tornando alla canna, analizziamo le altre caratteristiche scelte per rendere veramente accurized il Car. Prima di tutto le rigature: sono sei con andamento destrorso e il passo è di un giro in nove pollici (1:9″), che aiuta a stabilizzare meglio le palle del 5,56, rispetto al 1:7″ adottato da altre versioni destinate principalmente al law enforcement. Oltre le rigature, la poderosa canna presenta un incasso abbastanza ben realizzato, e comunque utile, per proteggere la volata e la rigatura dagli urti. Un’altra differenza che balza immediatamente all’occhio, anche se non va a influire direttamente sulle prestazioni, è l’eliminazione della celebre maniglia per il trasporto, all’interno della quale, nella parte posteriore, era alloggiata una tacca, regolabile in altezza. Questa operazione si è resa necessaria per applicare sull’Accurized una base tipo Picatinny, in grado di ospitare svariati tipi di strumenti di puntamento, come cannocchiali convenzionali od ottiche con il dot luminoso. Nel caso dell’esemplare utilizzato per la nostra prova, l’importatore italiano delle armi Colt, la Guglielmo Demarchi di Torino, ci ha messo a disposizione uno Shepherd modello 310 a passo variabile (3-10×40), dotato di doppio reticolo per una rapida taratuta (Armi e Tiro, settembre 2000, pagina 96). L’anima degli antenati M16 e Ar-15, comunque, resta e l’Accurized mostra orgoglioso alcuni aspetti che sono il marchio di fabbrica del fucile statunitense. A partire dall’organizzazione meccanica. All’interno del castello costruito in lega leggera pressofusa, lavora il sistema di chiusura, che prevede l’otturatore con la testina rotante. Durante la corsa in avanti dell’otturatore, i sette tenoni presenti sulla testina rotante sono sottoposti a una rotazione (in senso orario, se li si guarda dal punto di vista del tiratore), prima di andare a impegnare i recessi, ricavati sul prolungamento della canna, per mandare in chiusura l’arma. Anche la slitta portaotturatore e il sistema di percussione sono rimasti praticamente inalterati. Così come inalterati sono tutti i leveraggi presenti all’esterno del castello. La manetta d’armamento, per esempio, arretrando la quale si fa arretrare il gruppo otturatore è posta nella parte finale del castello, in prossimità dell’attacco del calcio. Prima di iniziare la trazione, deve essere sbloccata con il dito indice, sganciando la levetta che si trova sulla sinistra della manetta stessa. Sull’ Accurized, può essere scomoda questa operazione, se si monta un’ottica molto lunga e, soprattutto, bassa sulla slitta. Nella parte inferiore destra del castello, c’è il pulsante per lo sgancio del caricatore, mentre nella parte superiore, quella che bascula quando si apre l’Accurized, c’è un piccolo pistone (in inglese forward assist), che venne inserito per la prima volta sull’ M16A1 (sulla prima versione, infatti, era assente) e che consente di chiudere manualmente e in maniera forzata l’otturatore, nel caso in cui una cartuccia non venga camerata correttamente o sia necessario vincere la resistenza di piccoli corpi estranei. Questo perché la manetta d’armamento è congegnata in modo da esercitare sull’otturatore esclusivamente una trazione in apertura, non potendo, invece, esercitare una pressione che aiuti la chiusura. Sulla parte sinistra del castello, il pulsante per sbloccare l’otturatore quando rimane in apertura, dopo l’ultimo, e la leva della sicura. Sulle versioni dell’M16/Ar-15 destinate al mercato civile, la leva ha due sole posizioni, safe e fire, mentre in quelle militari svolge anche la funzione di selettore per il tiro a raffica. Per la nostra prova, abbiamo sparato con il Colt Accurized da seduti, a una distanza di 100 metri, utilizzando un appoggio anteriore, posizione quasi obbligata, visto il peso, il baricentro spostato in avanti e, comunque, la destinazione del fucile, progettato per un tiro di precisione. Utilizzando munizioni commerciali, il Car ha evidenziato un contraccolpo sulla spalla nullo e un rilevamento insignificante, che ci ha consentito anche di tirare alcune serie di cinque colpi in rapida successione, con buoni risultati sul bersaglio. Il lavoro “di fatica” al quale l’abbiamo sottoposto è servito anche per constatare l’eccellente capacità della canna di dissipare efficacemente il calore, abbattendo gli effetti negativi del surriscaldamento della canna. Anche la precisione è stata decisamente superiore a quel che ci si può attendere, se si è convinti di sparare con un Ar-15 normale. Senza dubbio, con un po’ più di affiatamento e qualche ricarica predisposta per un’arma tutto sommato particolare, avremmo potuto ottenere risultati ancora più soddisfacenti. [
] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di febbraio 2001 [
] Costruttore: Colt’s manufacturing company inc., po box 1868, Hartford, Usa, Ct 06144-1868, tel. 001/860/23.66.311, fax 001/860/24.41.381, www.colt.com Importatore: Guglielmo Demarchi & C srl, via Giorgio Bidone 10, 10125 Torino, tel. 011/65.56.59, fax 011/66.87.884, gudemarc@tin.it Modello: Colt Accurized rifle (Car) Tipo: carabina semiautomatica Calibro: .223 Remington (5,56 mm) Alimentazione: caricatore prismatico amovibile da 5 colpi Canna: lunghezza 24″ (610 mm); canna pesante in acciaio inox; sei rigature destrorse con passo di un giro in 9” Lunghezza totale: 43″ (1.092 mm) Percussione: cane interno Estrattore: a unghia, in testa all’otturatore Espulsore: a puntone e molla Mire: nessuna mira metallica, è necessario installare un cannocchiale convenzionale o un puntatore a dot luminoso Scatto: gruppo di scatto accuratizzato dalla Colt, utilizzato anche sulla versione Match target Calciatura: composita con fibra di vetro; astina tubolare in alluminio Peso dichiarato: 4.190 grammi (9,25 libbre) Materiali: canna in acciaio inossidabile; carcassa in lega di alluminio Finitura: carcassa anodizzata nera, Numero di Catalogo: 11.205 Prezzo: 2.300 euro circa, Iva compresa