Il capitolo conclusivo dell’attività agonistica internazionale del Tiro a volo è la finale di Coppa del mondo in svolgimento a Smirne (Turchia). La prima vittoria italiana è stata quella di Katiuscia Spada (in foto) che, nello Skeet, ha portato a casa l’oro con un 96 che le ha consentito di rubare la scena alle colleghe Kimberly Rhode, seconda, e alla slovacca Danka Bartekova. Anche Ennio Falco ha centrato il successo mondiale (il suo quinto) nello Skeet: «Sono felice», ha commentato dopo aver stracciato il russo Valeriy Shomin, che un mese fa gli tolse la soddisfazione del titolo iridato, «Avrei, però, preferito vincere il mondiale a Monaco di Baviera. Ci tenevo perché, dopo quattro secondi posti avrei voluto sfatare questo tabù e soprattutto perché avrei voluto dedicare quella vittoria ad Angelo Scalzone che sul quell’impianto nel 1972 vinse l’oro nella fossa olimpica. Angelo era di Casal dei Principi, campano verace come me. Lui ci ha lasciato ventitrè anni fa, ma è sempre nel mio cuore, nel cuore di noi corregionali: ha fatto tanto per il tiro a volo mondiale, ma soprattutto per noi che lo abbiamo avuto sempre come un mito. A lui va sempre il mio pensiero e gli dedico questa Coppa con l’impegno che proverò a non fermarmi qui».
Nella Fossa olimpica, invece, Jessica Rossi si è dovuta accontentare, si fa per dire, dell’argento: «È stata più brava di me», ha detto riferendosi alla cinese Yingzi Liu, che l’ha prima superata nello score del 25 decisivo, poi l’ha definitivamente battuta allo spareggio sul 91/100 pari. Quattro a tre allo shoot off decisivo, ma Jessica è mancata nella sua specialità: nella finale a un colpo, croce e delizia delle tiratrici, lei spesso e volentieri va sopra al 20 ma si è fermata proprio al minimo dell’eccellenza rosa, mentre Yingzi ha fatto un solo errore. «Sono contenta della mia annata. Tutti mi ricordano dello scorso anno. È vero ho conquistato il titolo europeo, il mondiale e la prova di coppa del mondo di Suhl, quest’anno ho vinto decisamente meno ma l’obiettivo era la carta olimpica e l’ho presa centrando anche il bronzo mondiale. Mi accontento e so che devo migliorare. Oggi per l’oro sarebbe potuto bastare non sbagliare il penultimo piattello di finale per esempio o un altro degli altri quattro “zeri” che ho commesso prima. Sono partita con un errore e potevo e dovevo iniziare meglio. Però è andata così, ne farò tesoro per le prossime gare».