Nella seduta del 1° luglio scorso, nell’ambito del processo di conversione in legge del decreto agricoltura, il governo ha chiesto e ottenuto il ritiro di tutti gli emendamenti facenti parte del “pacchetto caccia” proposto dalla Lega e in particolare dal deputato Francesco Bruzzone. Gli emendamenti si proponevano di superare lo stallo del disegno di legge proposto dallo stesso Bruzzone e di consentire una più rapida approvazione di modifiche alla legge 157/92 che, tra le altre cose, si proponevano di sottrarre all’impugnabilità innanzi al Tar dei calendari venatori regionali, di modificare le regole sulla scelta delle opzioni di caccia, di abolire i giorni di silenzio venatorio e altro.
Secondo quanto riportato dallo stesso Bruzzone, sono stati invece inseriti nella bozza di legge di conversione, modifiche alla 157/92 in relazione all’allungamento di un mese del periodo di caccia al cinghiale e all’uso di visori termici per la caccia di selezione. “Ho sbagliato a fidarmi”, ha dichiarato Bruzzone, “ma la battaglia è tutt’altro che finita, riprenderemo l’iter del ddl alla Camera”.