Via definitivo della Camera dei deputati per la conversione in legge del cosiddetto decreto Asset, che si propone di innovare svariate materie: dalle tariffe dei voli aerei alla regolamentazione dei taxi, dal granchio blu ai vigneti e, per quanto ci riguarda, anche al divieto del piombo nelle zone umide, secondo quanto disposto dal regolamento europeo entrato in vigore il febbraio scorso.
In particolare, la conversione del decreto Asset fornisce una interpretazione più chiara di cosa si debba intendere per zona umida (specialmente se di tipo “temporaneo”) e chiarisce che l’eventuale violazione relativa al porto e all’uso delle munizioni contenenti piombo nelle aree vietate integra un illecito amministrativo e non penale (diversamente da quanto si è cercato di fare in questi giorni di apertura della stagione venatoria).
Sul punto, il deputato leghista Francesco Bruzzone ha commentato: “Bene l’inserimento dell’emendamento che stabilisce in modo inequivocabile le zone in cui si applica il divieto dell’uso del piombo, cioè le aree della convenzione di Ramsar, le aree protette umide, i parchi, le riserve naturali, ma rimane il problema dei SIC e delle ZPS, al cui interno ci sono sicuramente zone umide in cui il divieto è applicabile, ma anche zone in cui il divieto non va applicato. Il problema quindi non si risolve del tutto con questa norma, poiché vanno ben definite le aree umide all’interno di queste zone. Per questo motivo ho presentato un ordine del giorno, approvato oggi alla Camera, in cui si impegna il Governo a individuare all’interno dei SIC e delle ZPS le aree umide come da catasto delle zone umide esistenti a oggi e deliberato con atti formali da ISPRA. Sono soddisfatto perché in questo modo si avrà la certezza che solo le zone umide individuate cartograficamente sono quelle in cui si applica il divieto disposto dal regolamento europeo. La norma, che con l’approvazione odierna alla Camera conclude il suo iter, inoltre depenalizza il reato di trasporto delle munizioni di piombo all’interno o nelle vicinanze delle aree umide. Chi trasporta munizioni di piombo lo fa legittimamente con un porto d’armi, una licenza, una regolare denuncia ed era illogico che fosse perseguito penalmente. Qualcuno ha voluto strumentalizzare anche la depenalizzazione del trasporto delle munizioni di piombo. L’assurdo è che siano proprio coloro che si fanno promotori del libero uso e del trasporto delle droghe!”.
“Un risultato che giunge al termine di un iter complicato, caratterizzato da una fortissima interlocuzione da parte di Federcaccia e del mondo venatorio con le Istituzioni e la politica”, ha commentato il Presidente nazionale di Federazione Italiana della Caccia Massimo Buconi.
“Polemiche e una forte opposizione da parte dei soliti ambienti dove il sentimento antivenatorio è ben radicato non hanno impedito di raggiungere un risultato sicuramente migliorabile, ma che comunque ha riportato serenità e maggiori certezze fra le fila dei cacciatori. Ringrazio in particolare il ministero dell’Agricoltura per l’attenzione e l’ascolto che ci ha prestato, ma anche il mondo parlamentare che non solo dai banchi della maggioranza ha compreso la necessità di dare indicazioni chiare e certe non ‘ai cacciatori’, quasi fosse una sorta di regalo, ma ai cittadini, come è giusto e corretto che sia in ogni ordinamento democratico che si rispetti. Lavoreremo ancora – ha concluso il presidente – sin da subito perché quanto fatto venga perfezionato e anche gli ultimi possibili dubbi sciolti”.