Dopo il no della commissione ambiente, anche l’intera aula del Senato ha bocciato, con 123 voti contrari e 88 favorevoli, l’emendamento proposto e sostenuto da Leu, Pd e 5 stelle che prevedeva la sospensione dell’attività venatoria sull’intero territorio dei comuni nei quali si siano verificati incendi, come anche in quelli confinanti.
“Un risultato non scontato sul quale la Lega ha dato battaglia”, ha commentato il senatore leghista Francesco Bruzzone, che con un suo intervento in aula aveva evidenziato l’assurdità della proposta, sostenendo l’importanza del controllo per il contenimento dei danni causato dalle specie opportuniste, cinghiale in primis. Le stesse associazioni agricole hanno difeso il ruolo dei cacciatori, fondamentale per calmierare i danni all’agricoltura causati dalla fauna selvatica, in costante aumento sul territorio nazionale. Di vittoria del buonsenso parlano anche gli eurodeputati Marco Dreosto e Massimo Casanova, che in una nota congiunta hanno commentato: “Il divieto dell’attività venatoria sulle aree boscate soggette a incendi esiste già, inutile e pretestuoso attacco alla caccia da parte della sinistra, alla quale probabilmente non interessa tutelare le produzioni agricole o l’incolumità pubblica, considerati i frequenti incidenti causati dagli ungulati selvatici a cui ci sta abituando la cronaca nazionale”.