Il Consiglio degli Stati elvetico ha bocciato la proposta disarmista di inserire in Costituzione il divieto di finanziamento alle aziende impegnate nella produzione militare
Il Consiglio degli Stati svizzero ha confermato la decisione del Consiglio nazionale, sulla proposta del Gruppo per una Svizzera senza esercito, per introdurre in Costituzione il divieto di finanziamento da parte della Banca nazionale svizzera, delle fondazioni e delle Casse previdenziali nei confronti delle aziende che avessero oltre il 5 per cento del proprio fatturato nella produzione di materiale bellico. La proposta è stata bocciata, senza peraltro formulare alcun contro-progetto, perché è stato osservato come il limite del 5 per cento fosse del tutto arbitrario, difficile da verificare su base annua e avrebbe richiesto un enorme dispendio burocratico e amministrativo. Inoltre, nel caso di approvazione di una misura siffatta risulterebbe impossibile investire su moltissime aziende impegnate sia nei settori civili sia nel militare. Secondo i consiglieri federali, un siffatto progetto avrebbe danneggiato in modo particolare le piccole e medie imprese (circa 3 mila sul territorio elvetico sono coinvolte nella produzione militare) con un impatto drammatico sull’occupazione, che si andrebbe ad aggiungere ai problemi già determinati dalla situazione economica del Coronavirus.