Approvate le norme che costituiscono una “corsia preferenziale” per combattere la violenza sulle donne, con indagini più veloci e inasprimento delle pene. Il provvedimento prevede particolari azioni per contrastare anche sfregi, revenge porn e matrimoni riparatori
Pene più pesanti in casi di violenza sessuale e stalking, introdotti i reati di revenge porn e sfregi al viso oltre allo stop ai matrimoni forzati. È la legge che modifica il codice di procedura penale sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere varato dal senato in via definitiva con 197 sì e 47 astenuti (tra cui il Pd e LeU). Il via libera è stato accolto con soddisfazione dal governo giallo-verde: «È un primo importante passo» che va «nella direzione della rivoluzione culturale di cui il nostro Paese», scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte, «ha fortemente bisogno». Il nuovo pacchetto di norme rappresenta «un miracolo», commenta il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (Lega), che aggiunge: «Le donne ora potranno chiedere e ottenere giustizia entro tre giorni». Di fronte a quella che è una vera e propria emergenza sociale anche secondo il guardasigilli Alfonso Bonafede (M5s), «lo Stato dà una risposta molto forte: dice ad alta voce che le donne in Italia non si toccano», sottolinea il ministro. Le opposizioni: Forza Italia parla di «un piccolo passo avanti», mentre il Pd lo definisce uno «spot pubblicitario».
Ma vediamo le principali novità. La polizia giudiziaria dovrà comunicare al magistrato le notizie di reato di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi. E la vittima dovrà essere sentita dal pm entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato.
Le pene per la violenza sessuale salgono a 6-12 anni (oggi la reclusione minima è di 5 anni e quella massima di 10). La violenza diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui è stato promesso o dato denaro o qualsiasi altra cosa utile.
Per lo stalking la reclusione passa dai 6 mesi-5 anni di oggi, al range del minimo di un anno al massimo di 6 anni e sei mesi. Per maltrattamenti contro familiari o conviventi, la reclusione passa dagli attuali 2-6 anni a 3-7 anni; la pena è aumentata fino alla metà se il fatto avviene in presenza o ai danni di un minore, di una donna in gravidanza, di un disabile oppure se l’aggressione è armata.
Il codice penale si arricchisce anche di un articolo sui casi di aggressione a una persona, con lesioni permanenti al viso fino a deformarne l’aspetto. Il responsabile è punito con la reclusione da 8 a 14 anni. Se lo sfregio provoca la morte della vittima, scatta l’ergastolo. E per i condannati sarà più difficile ottenere benefici.
Introdotto grazie a un emendamento di Mara Carfagna, punisce chi induce un altro a sposarsi (anche con unione civile) usando violenza, minacce o approfittando di un’inferiorità psico-fisica o per precetti religiosi. La pena va da uno a cinque anni, sale a 2-6 anni se coinvolge un minorenne ed è aggravata della metà se danneggia chi non ha compiuto 14 anni al momento del fatto.
Punito duramente anche il cosiddetto “revenge porn”. Chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso, rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da 5 mila a 15 mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o acquisito le immagini, le invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso dell’interessato per danneggiarlo. La pena viene aumentata se l’autore della vendetta è il coniuge (anche separato o divorziato), un ex o se i fatti sono avvenuti con strumenti informatici.