Il brutale assassinio dei giornalisti del settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha uno "strascico" anche per quanto riguarda l'eterno dibattito tra favorevoli e contrari a un più facile possesso delle armi da parte dei cittadini. La diramazione italiana di Firearms united, infatti, sulla propria pagina Facebook ha destato scalpore pubblicando le foto del brutale assassinio del poliziotto Ahmed, accompagnate dalla riflessione: "L'unica cosa in grado di fermare un uomo malvagio con un'arma è un brav'uomo con un'arma. Pensaci". Ovviamente, apriti cielo, con le consuete anime belle pronte a stracciarsi le vesti gridando alla speculazione e allo sfruttamento della morte di un pover'uomo per biechi fini propagandistici di parte. Per parte nostra, al di là delle evidenti affinità di pensiero, resta la perplessità di fondo: a Parigi si è appena svolta una manifestazione per difendere la libertà di pensiero e di stampa, partendo dall'esempio concreto di un giornale satirico che nelle proprie copertine ha fatto spesso uso di immagini a dir poco blasfeme per vendere (vendere, sì, non regalare, vendere) copie. Avvalersi del fatto (drammatico, sia chiaro) di cronaca per avviare una riflessione che potrebbe essere utile a evitare il ripetersi di queste stragi (o, almeno, limitarne i danni) da parte di una associazione che nulla vende, è una bieca speculazione. Forse, il mondo è proprio impazzito…
Il brutale assassinio dei giornalisti del settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha uno “strascico” anche per quanto riguarda l’eterno dibattito tra favorevoli e contrari a un più facile possesso delle armi da parte dei cittadini. La diramazione italiana di Firearms united, infatti, sulla propria pagina Facebook ha destato scalpore pubblicando le foto del brutale assassinio del poliziotto Ahmed, accompagnate dalla riflessione: “L’unica cosa in grado di fermare un uomo malvagio con un’arma è un brav’uom