Il primo effetto dell'elezione del presidente Donald Trump (favorevole, come è noto, ai diritti dei cittadini americani in materia di armi) è a dir poco paradossale! I titoli delle aziende armiere quotate in borsa hanno subìto un drastico ridimensionamento: Smith & Wesson ha perso il 6 per cento e Ruger addirittura il 12, per esempio. La cosa, però, è in realtà tutt'altro che strana se si pensa all'enorme impulso alle vendite generatosi, negli ultimi otto anni, dalla continua minaccia di restrizioni da parte del presidente Barack Obama. Gli speculatori di borsa, quindi, ritenevano che con l'elezione (quasi scontata) di Hillary Clinton ci sarebbe stata la corsa all'accaparramento di armi prima dell'entrata in vigore delle inevitabili restrizioni annunciate dalla candidata democratica in campagna elettorale (sul solco tracciato dal predecessore che, però, è in realtà riuscito a far approvare ben poco dal Congresso). Cosa che, ovviamente, con l'elezione di Trump è difficile che si verifichi.
In effetti, un presidente "proibizionista" (almeno nelle intenzioni…) come Barack Obama, passerà invece alla storia come il presidente sotto i cui mandati sono state vendute più armi in assoluto ai cittadini statunitensi. E il valore delle azioni Smith & Wesson, per esempio, negli otto anni di presidenza Obama ha visto quintuplicare il proprio valore…