I democratici, seppur sconfitti al Congresso degli Stati Uniti, cantano comunque vittoria, sottolineando di aver “arginato la marea rossa”, dove il “rosso” indica il colore tradizionale del partito Repubblicano. In effetti, rispetto alle attese, i seggi persi dai democratici sono risultati meno del previsto ma, comunque, al Congresso secondo gli attuali dati (ancora non consolidati) il partito Repubblicano può vantare una maggioranza di 222 deputati, contro i 213 del partito democratico. Là dove la partita è ancora aperta è in Senato, dove democratici e Repubblicani praticamente si equivalgono in termini di numero di seggi e dove l’ago della bilancia sarà determinato dal ballottaggio per i seggi della Georgia, ballottaggio che si svolgerà il 6 dicembre.
Secondo le valutazioni dei commentatori, la maggioranza repubblicana al congresso potrebbe verosimilmente affossare l’agenda programmatica del presidente Joe Biden il quale, in effetti, nella conferenza stampa post-elezioni ha dichiarato la volontà di “collaborare con i repubblicani”.
Dove, però, la situazione potrebbe risultare più ostica del previsto è proprio sulla questione delle normative in materia di armi e, in particolare, sul progetto di legge per la messa al bando delle armi cosiddette “d’assalto”, sul quale Biden ha detto: “abbiamo fatto approvare uno dei provvedimenti più bipartisan ed estensivi, in materia di armi, degli ultimi trent’anni. Ma ancora non abbiamo messo al bando le armi d’assalto. È mia intenzione farlo. Non ho intenzione di cambiare direzione”.
A questo proposito diventa, a questo punto, doppiamente importante capire quale sarà l’effettiva maggioranza in Senato dopo il ballottaggio in Georgia, considerando che il provvedimento di messa al bando delle armi d’assalto in realtà ha già incassato l’approvazione da parte del congresso, immediatamente prima della sospensione estiva delle attività.