La Federazione europea delle associazioni venatorie (Face) ha diffuso un comunicato nel quale danno conto del rigetto, da parte degli Stati membri dell’Unione europea, della proposta di messa al bando della caccia e della pesca in speciali aree definite “super protette”. La proposta si inseriva in un progetto per la strategia di tutela della biodiversità che, per il 2030, prevede di conferire una maggior tutela agli ecosistemi ad alta presenza di carbonio (e di biodiversità), come le torbiere e le foreste più antiche. La caccia era stata inizialmente prevista tra le attività da vietare in queste aree (come l’attività mineraria ed estrattiva in genere), ma il provvedimento è stato, in seguito, considerato eccessivo e conseguentemente cassato. “La caccia non interferisce con i processi naturali di questi habitat”, si legge nel comunicato Face, “al contrario gli sforzi per la conservazione effettuati dai caciatori sono importanti per la gestione delle aree protette e costituiscono una chiave per garantire il supporto alla conservazione degli habitat a livello di comunità locali”.
Il presidente della Face, Torbjorn Larsson, ha commentato: “siamo molto felici che il buon senso abbia prevalso e che non sia più in discussione la messa al bando della caccia in queste nuove aree di maggior protezione. Face si è opposta a questo provvedimento ingiustificato, sottolineando che i cacciatori svolgono un ruolo chiave nella gestione ambientale in Europa”.