EditorialeDi Massimo ValliniLa 157/92 è diventata come una sorta di cartina al tornasole o un termometro: serve per misurare i cambiamenti e la temperatura alle associazioni venatorie, alle altre associazioni coinvolte dalla caccia, al mondo politico. A pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo, mentre la Lipu raccoglie 100 mila firme contro la caccia in deroga ai “piccoli uccelli”, la senatrice Donatella Poretti, radicale del partito democratico, p…
Editoriale
Di Massimo Vallini
La 157/92 è diventata come una sorta di cartina al tornasole o un termometro:
serve per misurare i cambiamenti e la temperatura alle associazioni venatorie,
alle altre associazioni coinvolte dalla caccia, al mondo politico. A pochi
giorni dall’insediamento del nuovo governo, mentre la Lipu raccoglie 100 mila
firme contro la caccia in deroga ai “piccoli uccelli”, la senatrice Donatella
Poretti, radicale del partito democratico, presenta un disegno di legge per
contrastare il diritto all’accesso consentito ai cacciatori dall’articolo 842
del codice civile e dalla 157. Il senatore del partito della libertà Domenico
Benedetti Valentini, sull’altro lato, ha ripresentato il disegno di legge che
intende modificare il comma 5 dell’articolo 14 della 157, per consentire un più
ampio accesso dei cacciatori negli ambiti territoriali di caccia diversi da
quello di residenza (per la migratoria in tutto il territorio o previa
accettazione e pagamento di una quota in denaro per la stanziale). Così pure
Luca Bellotti, sempre Pdl, ha ripresentato il suo disegno in materia di caccia
e di parchi naturali. I senatori di opposto schieramento Andrea Fluttero (Pdl)
e Roberto Della Seta (Pd) hanno presentato altri disegni di legge in materia di
tutela ambientale.
Come dire che: più si avvicina l’apertura, più sale la “febbre” e più il
termometro della 157 segna una temperatura alta. L’europarlamentare Sergio
Berlato vuole cambiarla: è un fatto e così il decreto Pecoraro. Il contenuto
del disegno di legge prevedrebbe, almeno al momento attuale, il ritorno
dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica sotto la sorveglianza del
consiglio dei ministri, la semplificazione e chiarificazione dell’articolo 13
della 157/92 sulle caratteristiche delle armi e dei calibri per l’attività
venatoria, una razionalizzazione di periodi, spazi e modi di caccia. Questa
volta Berlato ha scelto la strada della parziale concertazione. Ha presentato
il disegno prima ai cacciatori, pubblicandolo su alcuni siti e poi ha invitato
le associazioni venatorie nel suo ufficio di Thiene (Vi) per una valutazione,
allo scopo di predisporre un documento unitario. Pare che quell’incontro andrà
deserto. Per una serie di “formalità” (o “formalismi”, decidete voi). Cioè:
Berlato non rappresenterebbe il Partito della libertà, essendo il responsabile
caccia della sola Alleanza nazionale, non è nemmeno parlamentare italiano e
quindi dovrebbe chiedere a qualcuno (chi?) di presentare il progetto di legge.
E poi Thiene è lontana…
Pare però che sia il nuovo Organismo unitario di coordinamento (Federcaccia,
Libera Caccia, Enalcaccia pesca e tiro, Anuu-Migratoristi) sia Arcicaccia
saranno lieti di incontrare Berlato nelle sedi parlamentari.
Sembra invece certo che le associazioni di categoria abbiano fatto propria la
determinazione “bipartisan” dei due principali schieramenti del panorama
politico italiano, mettendo alla porta certi “estremismi” e puntando tutto
sulla tanto invocata unità. Sarà… Mi sembra un copione già letto, che ha
prodotto solo danni per i cacciatori. Sì, va bene: allora c’era Pecoraro Scanio
al governo. Oggi il clima è decisamente cambiato, ma cambierà qualcosa – in
meglio – anche per la caccia? La risposta che mi piace di più è quella che ho
ricevuto da Giovanni Bana, presidente Anuu-Migratoristi: «Condividiamo la
necessità di procedere a modificare la 157, la 394 (quella sui parchi, ndr) e
il decreto Pecoraro, se veramente vogliamo essere associazione venatoria per la
caccia e non contro la caccia. Occorre aggiungervi una modifica della legge n°
353 del 2000 sugli incendi nonché recuperare tutto il possibile su determinati
provvedimenti amministrativi, come il decreto del ministero della Salute che
aveva introdotto il divieto di utilizzo dei richiami vivi per la caccia agli
acquatici. Assolutamente importante sarà infine agire con equilibrio, oltre che
con fermezza, perché già in passato abbiamo avuto chiara dimostrazione che
promettere “mari e monti” ben difficilmente approda a risultati positivi,
finendo invece con il ritorcersi contro gli stessi cacciatori. Quindi,
modifiche certamente e prima possibile, saggezza nell’individuarle e proporle
altrettanto».
Insomma, tutti vogliono cambiare la legge 157/92 sulla caccia, con mille
distinguo che sarebbero forse facilmente appianabili se solo si volesse.
Qualche giochino, qualche scorrettezza, qualche accelerazione, qualche
lentezza. La caccia nelle Zps e nelle Sic è già regolata da molte regioni nel
rispetto del decreto Pecoraro e non certo a favore dei cacciatori. Si poteva
almeno cominciare da lì. E molto prima.