Federcaccia ha organizzato un seminario, rivolto ai propri dirigenti, sulla modifica costituzionale che ha visto inserire espressamente nell’articolo 9 della Carta la tutela ambientale (“la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”). “Malgrado lo spirito del dettato costituzionale sia chiaro ed evidente”, si legge nel comunicato diffuso dalla federazione, “continua a essere immotivatamente invocato in chiave restrittiva nei confronti di molte attività umane e di un uso corretto e sostenibile delle risorse ambientali e faunistiche. Una interpretazione faziosa e del tutto immotivata che vede la sua massima espressione nella pretestuosa incompatibilità fra l’articolo 9 della Costituzione e lo svolgimento dell’attività venatoria”.
Sul tema ha dibattuto il Professor Marco Olivi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ricopre fra altri anche il ruolo di direttore del Master universitario in Diritto dell’ambiente e del territorio.
Ai lavori sono intervenuti anche l’On. Mirco Carloni, Presidente della XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei deputati, e l’On. Stefano Vaccari, Capogruppo PD presso la medesima Commissione.
Nel corso del suo intervento il Professor Olivi ha affrontato sia i temi giuridici sia etici che hanno portato alla stesura del rinovellato articolo 9 della Costituzione, “un tema complesso che ha acceso molti dibattiti anche dottrinali sui diversi aspetti coinvolti”. Olivi ha ripercorso anche l’evoluzione dei concetti di ambiente, territorio e fauna che si sono susseguiti negli ultimi decenni anche in conseguenza delle mutate sensibilità sociali in merito. Sul testo costituzionale, il professore ha evidenziato in particolare due criticità. La prima, prospettica, che antepone il concetto di “diritti degli animali” a un semmai più corretto e articolato “doveri nei loro confronti”. La seconda legata alla necessità di distinguere fra animali che hanno relazioni solo con l’uomo (allevamento, domestici) e altri, nello specifico quelli selvatici, che invece hanno relazioni con altre specie animali, ma anche sull’ambiente e il territorio su cui insistono. Prendendo la parola, l’on. Carloni ha sottolineato la delicatezza dell’argomento, che richiede necessarie e ulteriori riflessioni per le conseguenze di una interpretazione che, se spinta al suo estremo, metterebbe in crisi non solo tutto quello che fino ad oggi si è inteso come gestione faunistica, ma anche tutto il sistema allevatoriale degli animali da reddito. “Quanto esposto dal Professor Olivi questa mattina – ha dichiarato – ci pone di fronte a ulteriori responsabilità e attenzioni e ringrazio Federcaccia per questa iniziativa, utile a innalzare il livello dell’analisi e della discussione su questi temi così delicati”.
Attenzione al sistema agricolo e al suo peso economico e sociale potenzialmente messo a rischio da letture antiscientifiche come si sono evidenziate in alcune proposte di legge all’attenzione della Camera e una giusta attenzione alla tutela della biodiversità sono state sottolineate anche dall’on. Stefano Vaccari, che ha anche ricordato come proprio grazie a un proficuo rapporto sul territorio fra l’operato di agricoltori, allevatori, mondo venatorio, ambientalisti e altri portatori di interesse che il livello di biodiversità nel nostro Paese è stato mantenuto ed accresciuto. “La biodiversità è un valore che si intreccia con il paesaggio, le tradizioni, la ruralità, il buon governo del territorio. Per questo è necessario costruire una alleanza più ampia possibile che in questi valori crede” ha dichiarato Vaccari.
“Ringrazio i partecipanti a questo seminario, che ho ritenuto utile e necessario” ha dichiarato il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi. “La questione dei rapporti uomo-animali, sicuramente per noi centrale non è però come abbiamo dimostrato un tema che riguarda esclusivamente la caccia. A fronte anche dei ricordati attacchi non solo mediatici ma anche legislativi, e a questa funzionali, messi quotidianamente in atto nel Paese, ritengo che il legislatore debba avere ogni possibile elemento di riflessione per contemperare le diverse sensibilità ed esigenze del Paese. Credo che stamani Federazione Italiana della Caccia sia riuscita a dare un contributo concreto anche in questo senso”.
Nel corso del seminario il dottor Simone Capriotti ha illustrato la propria tesi “Il cacciatore: un protagonista nella conservazione della Biodiversità” discussa nell’ambito del “Master in Amministrazione e Gestione della Fauna Selvatica” a Ca’ Foscari, fortemente collegata al tema della giornata, portando ulteriori contributi e stimoli di riflessione.