«Non è possibile che la legittima difesa sia considerata reato, così come venga punita in modo diverso da un magistrato all’altro», l'ha affermato ieri Giovanni Furlanetto, consigliere veneto del gruppo misto, esponente di Prima il Veneto ed eletto nella lista Lega Nord, presentando una proposta di legge statale per la modifica dell’articolo 52 del codice penale in materia di legittima difesa.
Furlanetto ha proposto, in particolare, la modifica del secondo comma dell’articolo, sostituendolo con: “Nel contrastare una violazione di domicilio finalizzata allo scopo di commettere altri reati, si configura in ogni caso come legittima difesa la condotta di chi: a) vedendo minacciata la propria o altrui incolumità, usa un’arma legalmente detenuta o qualsiasi altro mezzo idoneo, anche di coazione fisica, per dissuadere o rendere sicuramente inoffensivo l’aggressore; b) vedendo minacciati i propri o altrui beni e constatata l’inefficacia di ogni invito a desistere dalla azione criminosa, per bloccarla usa qualsiasi mezzo idoneo, anche di coazione fisica, o un’arma legittimamente detenuta”.
«In questo periodo in cui non siamo più sicuri neanche tra le mura di casa»,ha spiegato Furlanetto, «lo stato non può criminalizzare chi si difende da aggressioni. Viviamo una situazione di insicurezza non più tollerabile».