Dal museo del Vittoriano di Roma sono state trafugate le medaglie d’oro di due figure di spicco della storia italiana: Ettore Viola e Nazario Sauro. La notizia è stata stigmatizzata dall'Istituto del Nastro azzurro tra combattenti decorati al valor militare, che ha commentato: "il valore venale dei cimeli non può eguagliare in alcuna maniera il loro valore storico per la Patria, e simbolico e affettivo per le famiglie che le hanno donate al museo".
Ettore Viola fu, tra le altre cose, comandante della compagnia “fiamme nere” del VI reparto d’assalto durante la grande guerra e si distinse nella difesa del monte Grappa a tal punto da essere soprannominato “l’ardito del Grappa”. Di lui, Umberto II di Savoia disse che era “la più bella medaglia d’oro della grande guerra”. Oltre che figura eroica, fu anche un caposaldo dell’antifascismo, rifiutando tra l’altro un posto nel governo Mussolini dopo il delitto Matteotti del 1924.
Nazario Sauro è stato uno dei più importanti personaggi dell’irredentismo italiano: nato a Capodistria quando la zona era ancora parte dell’impero asburgico, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò nelle forze armate italiane. Catturato nel 1916 dagli austriaci, fu processato e impiccato a Pola il 10 agosto 1916.