Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, per l'inizio del giubileo straordinario indetto da papa Francesco la questura di Roma ha preso particolari misure di controllo e verifica sia nei confronti delle trenta armerie della zona, sia nei confronti dei Tsn. Secondo quanto riferito, infatti, il questore Nicolò D'Angelo avrebbe disposto controlli presso i negozi di armi e munizioni sia con agenti in divisa sia in borghese, inoltre è stato disposto che qualsiasi acquisto di armi e munizioni venga notificato a tutte le parti coinvolte (commissariato di zona dell'armeria, commissariato di zona dell'acquirente) con la massima celerità. Saranno monitorati, a quanto pare, anche i registri dei Tsn, per tenere sotto controllo i soggetti che svolgono attività di tiro.
Tutta questa attività di controllo preventivo, tuttavia, per quanto (ne siamo certi) animata dalle migliori intenzioni, ci si chiede a che cosa mai possa servire: le armi possono essere acquistate in armeria solo se in possesso di idoneo titolo di polizia, quindi il controllo sull'acquirente è stato (o meglio, DEVE essere stato) effettuato a monte proprio dalla questura; allo stesso modo, non si capisce quali eventuali elementi di allarme possano essere tratti dall'esame dei registri del Tsn. Capire che un soggetto regolare detentore di armi si è allenato il tal giorno con la tale arma (regolarmente detenuta) per sparare al papa anziché per semplice diletto sportivo, più che una attività investigativa richiede una capacità profetica. E nel frattempo, gli agenti adibiti a tali utilissime occupazioni non sono destinati al presidio "vero" del territorio. O qualcuno pensa di farci credere che Ali Agca, che attentò alla vita di papa Giovanni Paolo II, nei giorni precedenti fosse andato a Tor di Quinto a farsi una sessione con la sua (proibita in Italia) Browning calibro 9×19 mm? Dai, su…