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] Originata dalla collaborazione tra Glock e Speer, la cartuccia .45 Gap deriva dalla .45 acp per accorciamento in modo analogo a quanto avvenne per la .40 S.&W. ottenuta riducendo la lunghezza della 10 mm auto. Come per la .40 S.&W., l’altezza massima di caricamento rende la .45 Gap compatibile con le maneggevoli pistole con fusto per il 9 millimetri. Nel progetto un ruolo determinante ha giocato l’attaccamento degli appassionati statunitensi al grosso calibro, che resiste alla provata validità di calibri “giovani” e performanti come il .357 Sig. Negli Stati Uniti l’efficacia della .45 acp è considerata “battle proven”, cioè dimostrata nei numerosi conflitti in cui è stata impiegata. Dagli studi di Evan Marshall ed Edwin J. Sanow, autori di Handgun stopping power, Street stoppers e Stopping power, che hanno combinato i dati di laboratorio con l’esame di scontri a fuoco selezionati con criteri rigorosi nell’arco di molti anni, apprendiamo che la .45 acp e la 9 parabellum nelle rispettive versioni con palla ogivale blindata hanno efficacia equivalente. Il che giustificherebbe la necessità di gestire i caricamenti spinti con palla troncoconica blindata di 200 grani che figurava (il programma sembra sia stato definitivamente abbandonato) tra le specifiche emanate per l’ adozione della nuova pistola .45 da parte dell’esercito americano. Tali munizioni generano un’energia cinetica elevata direttamente proporzionale al potere d’arresto, sono particolarmente precise e, ovviamente, non sono precluse ai militari al contrario delle efficaci hollow point. La Glock 37 sfrutta la collaudata organizzazione meccanica che ha fatto delle Glock le pistole impiegate da oltre il 70% dei dipartimenti di polizia statunitensi: adotta il fusto delle full size 17, 22 e 31, rispettivamente in 9, .40 S.&W. e .357 Sig. Presentata ufficialmente, ma non in versione definitiva, allo Shot show 2003, la 37 è stata affiancata dalle versioni compact (38) e subcompact (39), non ancora catalogate in Italia. La disponibilità di munizioni commerciali .45 Gap è discreta e importanti produttori d’Oltreoceano hanno persino messo in cantiere semiautomatiche system Colt camerate per la .45 “corta”. Il livello pressorio della .45 Gap è inferiore a cartucce come la 9×21 e la .40 S.&W., ma supera la .45 acp. La .45 Gap impiega l’innesco small pistol e chi già ricarica con presse progressive le cartucce più diffuse non subisce rallentamenti, non dovendo sostituire i sistemi d’alimentazione e di inserimento delle capsule. La 37 è una semiautomatica con chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, percussore lanciato, scatto in sola Doppia azione (Safe action), fusto in polimeri e caricatore bifilare con presentazione singola della cartuccia. Il caricatore in polimeri, con una struttura interna in metallo, presenta sette fori posteriori per il controllo delle munizioni, dal quarto al decimo colpo. Nel fusto sono ubicati vari elementi di metallo: i componenti del sistema di scatto, il blocchetto d’arresto della canna, le corte guide a lamina anteriori e posteriori di scorrimento del carrello e la placchetta al dust cover con il numero di matricola, riportata anche sul carrello e sulla canna. Maneggiando la pistola austriaca, chi ha mani medie o piccole apprezza le dimensioni dell’impugnatura e il trigger reach di 71 millimetri. La canna e il carrello, in acciaio al carbonio, sono protetti da un trattamento (Tenifer) che conferisce un’eccezionale protezione dagli agenti esterni e risulta efficace persino quando l’utilizzo intenso dell’arma lascia il metallo apparentemente esposto. La canna conserva la rigatura semipoligonale a otto principi mutuata dalla modello 21, ma la lunghezza passa da 117 a 114 millimetri, la stessa lunghezza delle canne delle full size in 9, .40 S.&W. e .357 Sig. Il carrello pesa intorno ai 470 grammi: deriva, per accorciamento, da quello della 21 e passa da 193 a 186 millimetri, mentre lo spessore di 32,5 millimetri rimane invariato. Le smussature anteriori facilitano il rinfoderamento e i raccordi inferiori al fusto, che è più stretto, sono arrotondati. L’altezza di 140 mm è praticamente identica a quella della 17 (138 mm), l’equilibrio dei volumi rende la 37 simile alle full size in calibro minore e l’estetica non è vistosamente appesantito. Le sicure sono soltanto di tipo automatico: il blocco automatico al percussore impedisce lo sparo se non si porta a fondo corsa il grilletto, sul quale c’è una leva centrale che ne preclude la rotazione (sicura automatica al grilletto). Una sicurezza aggiuntiva anticaduta è data dal contrasto tra la staffa del grilletto e un piano interno al pacchetto di scatto: nel caso l’arma cada urtando con il vivo di volata, per inerzia la staffa tende ad avanzare, restando sollevata e tenendo il percussore bloccato. Per liberarlo, deve abbassarsi dopo aver arretrato sotto l’azione del grilletto. In caso di caduta, comunque, sul percussore agisce contemporaneamente anche il blocco automatico. A cartuccia camerata, dal carrello protrude il risalto squadrato dell’estrattore esterno che funge da avvisatore visivo e tattile di camera carica. Sull’affidabilità incide il numero ridotto dei componenti dell’arma, appena una trentina. La 37 è priva di viti e con una minima dimestichezza ogni singolo pezzo è facilmente accessibile. L’aspetto spartano non deve trarre in inganno in tema di finiture e qualità dei materiali la cui bontà contribuisce all’invidiabile vita operativa delle polimeriche austriache. L’accoppiamento canna-carrello è molto preciso, l’assenza di spigoli vivi e di parti taglienti scongiura il ferimento del tiratore, operando in situazioni concitate. Le mire sono in plastica: la tacca, inserita in un incastro a coda di rondine, è regolabile a click in altezza e derivazione mediante due piccole viti accessibili dal lato destro (quella posteriore modifica l’altezza). La conformazione squadrata del mirino giova alla precisione d’allineamento, mentre il traguardo è ampio a sufficienza per il tiro rapido. Per il tiro in condizioni precarie d’illuminazione, la tacca è fornita di contorno bianco del traguardo, a cui far corrispondere il dot bianco del mirino. Il mirino può essere sostituito con facilità. Dal dust cover sono ricavate le guide per l’installazione di congegni di mira ausiliari. La disponibilità di mire aftermarket delle varie tipologie (fisse e regolabili, normali o al trizio) sia originali sia di altri produttori è delle più ampie. La Safe-action ha caratteristiche costanti tra il primo colpo e i successivi, però è più leggera e più corta rispetto alle pistole in sola Doppia azione con l’eccezione della Lda di Para ordnance. Il peso dello scatto standard della Glock si attesta intorno ai 2.500 grammi e può essere alleggerito per l’impiego sportivo di 500 grammi, circa, installando il disconnettore alleggerito. Per chi conosce le Glock, la sostituzione è semplice e il costo del disconnettore è contenuto. La lunghezza e la fluidità della corsa del grilletto rendono lo scatto prevedibile, apprezzabile l’assenza del collasso di retroscatto. Per chi non ha mai sparato con le semiautomatiche austriache, all’inizio la sicura automatica al grilletto può creare un certo fastidio, ma dopo un minimo affiatamento il disagio scompare. Per le prove pratiche abbiamo impiegato cartucce commerciali Winchester con palla di 230 grani troncoconica blindata Brass enclosed base, cioè con fondo blindato per l’eliminazione dei vapori di piombo. Abbiamo anche assemblato ricariche con i bossoli recuperati dalle cartucce commerciali a causa della difficoltà a reperire in Italia bossoli per la ricarica. Le ricariche sono state approntate con inneschi Cci small pistol e polvere Sipe N. Con palle Fiocchi Fmjfn di 200 grani abbiamo sperimentato una dose di 6,0 grani per poi arrivare a caricarne una, a nostro giudizio massima, di 6,6 grani. Cartucce da tiro sono state assemblate con palle cast S.&W.cbb di 200 grani (diametro effettivo .452”) spinte da una dose di 4,8 grani. All’ inizio, con le Winchester, abbiamo registrato frequenti mancate accensioni. Il problema non si è ripetuto con le ricariche con gli inneschi Cci. In ogni caso, l’alimentazione è stata impeccabile, l’estrazione e l’espulsione dei bossoli spenti sono avvenute senza esitazioni. Dagli stessi abbiamo rilevato tracce di affumicatura al di sotto della norma e l’assenza di deformazioni anelastiche significative. Decise e centrate le impronte di percussione, il rientro in camera è stato agevole anche per i bossoli utilizzati per approntare le cariche massime. Prove di rosata sono state effettuate in tiro lento mirato, a 25 metri, in posizione isoscele, senza appoggio. Sebbene non rodata e con lo scatto standard, senza cioè il disconnettore alleggerito che ci avrebbe facilitato il compito, la Glock 37 ha fornito da subito concentrazioni ottime. Invidiabile l’omogeneità di rendimento per quanto attiene il diametro di rosata nonostante le cartucce impiegate differissero sensibilmente per intensità di caricamento e tipo del proiettile. L’impiego di munizioni con palla pesante enfatizza rinculo e rilevamento, evidenziando nel tiro rapido i vantaggi della 37. Netta l’incidenza dell’elasticità del fusto e del posizionamento della canna: i polimeri addolciscono la percezione delle reazioni allo sparo, l’ ubicazione bassa della canna, quasi in linea con la mano forte, riduce il rilevamento. Anche con le potenti cartucce con palla blindata di 230 grani l’ impennamento è contenuto, il ritorno in mira è veloce e naturale, il rinculo non è secco quanto sarebbe lecito aspettarsi in base al peso contenuto dell’ arma. Il tiratore ha la possibilità di concentrarsi sulle mire e sullo scatto, ottenendo risultati gratificanti. In ogni caso, padroneggiare in tiro rapido una .45 con munizioni toste rimane impresa ardua per il neofita, ma la 37 consente al tiratore allenato risultati eccellenti. Mutuata dalla modello 17, l’ impugnatura ambidestra è indovinata per disegno e dimensioni e non pone difficoltà d’adattamento nemmeno a chi ha mani piccole. D’altra parte, data l’ altezza, chi ha mani grandi posiziona correttamente anche il mignolo. Il trigger reach è contenuto. Gli sgusci ambidestri per appoggiare il pollice e gli incavi per le dita al front strap con la stessa quadrettatura antiscivolo presente sul dorso curvo migliorano la grippabilità. Il pulsante di sgancio del caricatore è raggiungibile e azionabile con facilità, l’ubicazione ne rende difficile l’attivazione accidentale. L’hold open maggiorato e arrotondato e quasi a filo col carrello non arreca alcun fastidio nel porto prolungato con fondine interne. [
] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di novembre 2006. [
] Produttore: Glock, Nelkengasse 3, po box 9, A-2232 Deutsch-Wagram, Austria, tel. +43/22.47.90.30.00, fax +43/22.47.90.30.03.12, www.glock.com Messa a disposizione da: armeria Bersaglio mobile, via Zacchetti 14, 42100 Reggio Emilia, tel. 05.22.51.51.75, fax 05.22.51.83.54, info@bersagliomobile.com, www.bersagliomobile.com Modello: 37 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .45 Gap Impiego specifico: difesa personale Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato Alimentazione: caricatore bifilare con presentazione singola della cartuccia Numero colpi: 10+1 Scatto: sola Doppia azione denominata Safe-action Percussione: mediante percussore lanciato che viene armato al momento dello sparo dalla trazione del grilletto Sicura: automatica al percussore; automatica al grilletto; automatica anticaduta al sistema di scatto Canna: lunga 114 millimetri con rigatura semipoligonale a otto principi e andamento destrorso Mire: tacca di mira regolabile in altezza e derivazione; mirino sostituibile Lunghezza totale: 186 mm Altezza: 140 mm Larghezza: 32,5 mm Linea di mira: 165 mm Peso: 810 grammi (con caricatore vuoto) Materiali: canna e carrello in acciaio; fusto in polimeri Finitura: antiriflesso Tenifer Numero di catalogo: 14.064 (arma comune) Prezzo: 620 euro, Iva inclusa