Nella sede dell’azienda austriaca, tolto il velo all’ultima nata di Casa Glock. È una calibro .22 long rifle costruita sul fusto della 19
La lunga attesa è finita: è stato ufficialmente presentato l’ultimo modello della Glock. Si chiama 44 ed è una semiautomatica con fusto polimerico e carrello ibrido acciaio-polimero, camerata per il calibro .22 long rifle. La presentazione alla stampa di tutto il mondo è avvenuta nella sede austriaca di Deutsch-Wagram, alla presenza di Michelle Viscusi, la tiratrice statunitense da anni testimonial Glock. La nuova pistola sfrutta il fusto Gen5 e le dimensioni sono quelle della 19 (versione compact della capostipite 17). Il sistema di funzionamento è la chiusura a massa (blow-back system), il congegno di scatto il celebre safe-action, la canna ha profilo Gmb (Glock Marksman barrel); il caricatore polimerico ha una capacità di 10 colpi, la tacca di mira è regolabile.
«Non abbiamo costruito una pistola calibro .22 lr, ma abbiamo progettato e realizzato una Glock calibro .22». Da questa frase è chiara l’intenzione di mettere sul mercato un’arma che fosse in grado di confermare l’elevato livello qualitativo che ha reso celebre nel mondo le pistole Glock. Prima di presentarla, infatti, i tecnici Glock hanno sottoposto la 44 a estenuanti test: della pistola è stato verificato il corretto ciclo di funzionamento con ben 120 diverse munizioni di 17 produttori, dalle standard velocity (tallone d’Achille di molte semiauto nel piccolo calibro rimfire) alle high velocity. Nei test a fuoco sono stati coinvolti 43 tiratori tra Austria e Stati Uniti che, complessivamente, hanno sparato un milione e duecento mila munizioni. I test a fuoco sono stati ripetuti su 4 mila esemplari della preserie, otto dei quali hanno sparato 40.000 colpi e un altro 12.000 colpi senza alcuna operazione di pulizia.