Dopo il pronunciamento della commissione consultiva centrale in merito alle nuove catalogazioni di armi “somiglianti a quelle militari”, una delle aziende maggiormente coinvolte, la Guns trade di Sant’Ilario (Re) ha pubblicato sul proprio sito web una lettera aperta nella quale, oltre a stigmatizzare l’accaduto, annuncia concrete contromisure: “la scrivente società”, si legge nel comunicato, “sente l’obbligo di manifestare il proprio sdegno di fronte all’ennesimo ABUSO commesso dalla cccca. Tale abuso, infatti, si concretizza nell’aver arbitrariamente stabilito delle nuove procedure di catalogazione che risultano assolutamente inapplicabili in quanto, le stesse, non sono previste da alcuna normativa.
A suffragio di quanto affermato, si rappresenta che:
1. la cccca non ha potestà legislativa e quindi non ha competenza nello stabilire nuove procedure, ragion per cui, gli atti in parola sono da ritenersi assolutamente ILLEGITTIMI. Inoltre, in ordine ai compiti assegnatigli per legge dal D.M. 16 agosto 1977, la cccca non ha facoltà di sospendere le pratiche, ma ha il solo compito di esprimere un parere tecnico obbligatorio non vincolante sulle questioni richieste, nei termini di 30 o 60 giorni. Si evidenzia che la Guns Trade srl ha pratiche di catalogazione ferme da più di 500 (cinquecento) giorni ed a tutt’oggi, la commissione non ha espresso alcun parere.
2. la cccca ha introdotto i concetti di “armi di derivazione militare” e di armi “ma anche solo somiglianti a quelle militari”. A tal proposito è utile sottolineare che tecnicamente e giuridicamente tali fattispecie non esistono ricordando, al contempo, che le leggi riconoscono unicamente le armi da guerra, tipo guerra o comuni da sparo, per cui non si capisce a quali tipologie di armi si applicano le procedure imposte;
3. altra assurdità riguarda i caricatori. Fermo restando che a far data dal 01/07/2011 i caricatori (in generale) non sono più parte essenziale d’arma e che tecnicamente e giuridicamente i caricatori militari non esistono, in base a quale legge vengono posti limiti di progettazione per i serbatoi di armi nate per esclusivo impiego civile, se anche la circolare n 559/C.50106.D.94 del 11/07/1994 (e successive integrazioni) afferente la demilitarizzazione di armi da guerra non pone limiti alla possibile intercambiabilità con i caricatori per armi da guerra?
Gli interrogativi sono molteplici, tant’è che oltre a queste semplici considerazioni è possibile rintracciare anche ulteriori elementi in contrasto con le varie normative ma, per ovvie ragioni di opportunità, non stiamo ad enuclearli tutti.
Purtroppo, si è costretti ad augurarsi che alla base di questi balzani provvedimenti vi sia solo l’assoluta mancanza di cognizioni tecnico-giuridiche in materia d’armi e di diritto da parte dei promotori delle famigerate note (fatto di per sé gravissimo) altrimenti, la particolare “attenzione” rivolta verso le armi d’importazione attualmente più appetite dal mercato, potrebbe far sorgere vibranti sospetti sui reali interessi perseguiti dai fautori di tali note.
A tutela dei propri ed altrui legittimi interessi (Ministero dell’Interno, consumatori, importatori e fabbricanti) la Guns Trade srl ha inoltrato al firmatario delle note in parola, ovvero il Direttore dell’area Armi ed Esplosivi, una richiesta tesa anche al ritiro delle illegittime note in regime di autotutela ma, allo stato e benché d’obbligo, non è pervenuto alcun riscontro. Trascorsi infruttuosamente i termini di legge, suo malgrado, la Guns Trade srl sarà comunque costretta ad interessare l’Autorità Giudiziaria per il perseguimento degli eventuali reati penali rilevanti ed a tal proposito, si rappresenta che gli atti sono già pronti per essere depositati.
La Guns Trade srl ha sempre rispettato la legge e ciò che si pretende, è che anche la Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi faccia la medesima cosa ottemperando, anch’essa, alle leggi dello Stato per evitare il ciclico ripetersi degli abusi perpetrati ai danni d’importatori, produttori e, soprattutto, verso i consumatori.
Al fine di rassicurare i tanti appassionati, si evidenzia che le menzionate note non vanno minimamente a “toccare” le armi già catalogate, le quali, continueranno ad essere importate e distribuite con regolarità. Dagli appassionati, purtroppo, è però giunta qualche sparuta voce di possibili “boicottaggi” dei prodotti nazionali. In merito a ciò, ci sentiamo in dovere di ricordare che dietro le aziende che operano nel settore, vi sono le tante famiglie di chi, in tali aziende, lavora onestamente per cui, non ci pare opportuno penalizzare le persone che nulla hanno a che fare con l’accaduto. Il nostro desiderio, è solamente quello di poter operare serenamente in un Paese libero nel quale il mercato sia unicamente governato dal comune rispetto delle normative e dalla leale concorrenza tra i competitor e non, come appare, pilotato da subdole ed opache macchinazioni”.