Durante la parata del 14 luglio a Parigi, sopra l’Arc de Triomphe sono stati notati reparti speciali della polizia armati di nuovo fucile anti-drone: la tecnologia si evolve secondo le minacce e fin qui, tutto in ordine.
A Nizza, considerando che era in atto un allarme diramato dai servizi di intelligence francesi circa un potenziale attentato con Vbied (Vehicle borne improvised esplosive device o veicoli-bomba), sono certamente mancate le normali procedure preventive. La prima regola è quella di impedire l’avvicinamento dei veicoli al potenziale bersaglio, tramite una serie di diversi livelli di sicurezza, qualora uno di questi fallisse. Le soluzioni e le misure a disposizione sono svariate ed essenzialmente Low-tech: innanzitutto accessi accuratamente vigilati e supportati, percorsi obbligati, dissuasori pesanti, barriere invalicabili di varia costruzione e, infine, le bande chiodate. Queste ultime, atte anche a fermare camion, sono facilmente trasportabili e dispiegabili: ossia, adattabili facilmente a diverse situazioni e posizioni.
Le misure anti-bomba non sono una novità: applicate normalmente durante grandi eventi, manifestazioni e ovunque sia opportuno scongiurare tali minacce. Questo accade normalmente anche in teatri di guerra, l’Us army per esempio, impiega bande chiodate sia in Iraq sia in Afghanistan. A Nizza, il camion non era carico di esplosivo ma ha fatto una strage orribile lo stesso: un sistema Low-tech che purtroppo ha funzionato.
Alle eventuali accuse di dietrologia… possiamo replicare ricordando ancora una volta l’allarme auto-bomba diramato e, la mancanza di uno sbarramento efficace? Se è impossibile prevedere tutto, usare il buonsenso non è impossibile. Per esempio, un ripasso dei manuali antiterrorismo sarebbe stato opportuno. E c’è anche un Paese in grado di mettere a disposizione una grande esperienza anche se poco invidiabile, in merito al terrorismo: Israele. Dal 1968 non si verifica un dirottamento sui voli El Al grazie a delle procedure abbastanza semplici (lo screening individuale dei passeggeri o intervista) eppure, a oggi, questo sistema ha ricevuto più critiche che plausi ed è ritenuto “inapplicabile” da noi. Però funziona.
Manca, crediamo, non solo realismo ma soprattutto l’umiltà di imparare e guardare la realtà dei fatti. E ricordare.