Dopo un anno di stop a causa della pandemia e nonostante la situazione attuale, nelle prime settimane di gennaio si sono svolte regolarmente le operazioni di censimento dell’avifauna acquatica svernante in Italia, che hanno coperto praticamente tutte le aree del Paese interessate dal fenomeno. Le attività sono state condotte da Ispra e vi hanno preso parte ornitologi e birdwatcher abilitati a seguito di un apposito esame, oltre a un nutrito gruppo di cacciatori appartenenti ad Acma, la settoriale di Federcaccia che riunisce i cacciatori di acquatici, che hanno collaborato sia come rilevatori ufficiali sia fornendo supporto logistico. I cacciatori, infatti, hanno messo a disposizione degli organizzatori mezzi e imbarcazioni, oltre alla loro profonda conoscenza del territorio, che si è rivelata fondamentale per localizzare più facilmente i selvatici e i luoghi di rimessa diurna.
Per chiarire l’importanza dei censimenti in Italia, basti sapere che, nelle sole lagune di Venezia e Caorle, nel quinquennio 2016/2020 sono stati censiti oltre 500.000 esemplari svernanti, di cui quasi 200.000 alzavole, 15.000 moriglioni, 10.000 oche lombardelle, oltre 60.000 germani reali, quasi 20.000 codoni, oltre 30.000 volpoche e quasi 30.000 folaghe. È interessante notare come negli ultimi anni si è notata la sempre minor presenza di specie legate a climi particolarmente freddi, mentre, al contrario, stanno aumentando quelle legate ai climi caldi. Il fenicottero, per esempio, era praticamente assente fino a pochi anni fa nella laguna veneta, mentre attualmente si contano migliaia di esemplari svernanti.