Le norme emanate da governo e regioni che limitano gli spostamenti, l’impossibilità di ottenere i permessi e di allestire i campi gara per tempo: le gare cacciatori del Tiro cacciatori e del Cinghiale corrente sono sospese fino al 31 maggio. In base alle prescrizioni emanate dalle autorità, si deciderà se e come continuare, perché la sicurezza delle persone viene prima di tutto
Una decisione sofferta, ma inevitabile, condivisa da organizzatori e tiratori: le gare dei circuiti Armi e Tiro Cinghiale corrente e Tiro cacciatori sono sospese fino al 31 maggio. Sospese le gare a calendario in questo periodo, ma non annullato, almeno per ora, l’intero circuito, per il cui destino si resta in attesa delle linee guida che saranno adottate dalle autorità competenti. Da una parte non può e non deve mancare il rispetto per i morti e per la tragedia che ha colpito l’Italia e il mondo intero, dall’altra è fondamentale che resti viva la voglia di tornare a vivere una vita la più normale possibile, all’aria aperta e all’insegna del divertimento. Ed è proprio il rispetto delle regole che ci ha fatto assumere la decisione di congelare fino al 31 maggio i due circuiti Armi e Tiro: non ci sfiora neppure per un attimo l’idea di accelerare i tempi, forzare la mano. Governo e regioni hanno fissato il 3 maggio come spartiacque tra il cosiddetto lockdown e il ritorno graduale a una vita normale, sebbene parziale, a step successivi e condizionato da regole di socializzazione che saranno individuate dagli scienziati chiamati a questo delicato lavoro.
Molti organizzatori ci hanno fatto notare che con il blocco di tutte le attività non fondamentali almeno fino a inizio maggio, diventa praticamente impossibile attivare la macchina organizzativa, a livello di permessi, in particolare per quelle realtà in cui la gara si svolge in una struttura temporanea. La soluzione che abbiamo deciso di adottare è stata quella di sospendere l’attività per tutto il mese maggio. Per il mese di giugno restiamo in attesa di verificare quali saranno le disposizioni emanate da governo, regioni, tenendo l’occhio anche alle federazioni del tiro.