Una delle possibili soluzioni per i rifiuti di Napoli sta scatenando proteste da parte dei cittadini di Chiaiano e Marano: a cavallo tra i due paesi, infatti, si trova una cava di tufo estesa per 10-12 mila metri quadrati, che si ipotizza di trasformare in un immenso serbatoio per la “munnezza”. La capienza della cava sarebbe di circa 700 mila tonnellate, quindi prima di raggiungere il limite di utilizzo passerebbero almeno due anni, il tempo necessario ad approntar…
Una delle possibili soluzioni per i rifiuti di Napoli sta scatenando proteste
da parte dei cittadini di Chiaiano e Marano: a cavallo tra i due paesi,
infatti, si trova una cava di tufo estesa per 10-12 mila metri quadrati, che si
ipotizza di trasformare in un immenso serbatoio per la “munnezza”. La capienza
della cava sarebbe di circa 700 mila tonnellate, quindi prima di raggiungere il
limite di utilizzo passerebbero almeno due anni, il tempo necessario ad
approntare i termovalorizzatori. Di fronte a questa ipotesi, però, si profilano
anche alcuni problemi: la cava, innanzi tutto, ospita un campo di Tiro
dinamico, utilizzato anche per l’addestramento di militari e forze dell’ordine,
che non avrebbero più dove andare per allenarsi al tiro. Si tratta, infatti,
dell’unico poligono a cielo aperto della provincia partenopea, dopo che l’area
di addestramento sul litorale di Licola è stato dichiarato sotto tutela per il
rischio inquinamento. Nel campo si addestrano i poliziotti delle questure di
Napoli e Caserta, i carabinieri, l’esercito e persino i militari della Nato.
Forti dubbi sono stati, inoltre, avanzati sull’idoneità del luogo dal punto di
vista geologico: le rocce che compongono il sito, infatti, sarebbero permeabili
e, quindi, nell’ipotesi di trasformazione in discarica ci sarebbero forti
rischi di inquinamento della falda. Nei giorni scorsi, l’onorevole Alessandra
Mussolini è giunta in visita alla cava per prendere atto della situazione e il
premier in pectore, Silvio Berlusconi, ha promesso di occuparsi della
questione.