I neozelandesi hanno finora consegnato meno del 20 per cento delle loro armi “d’assalto”: la polizia ha iniziato a trattare addirittura con… le gang criminali!
Quando le misure per la sicurezza pubblica vengono fatte con la demagogia anziché con il cervello, i risultati diventano grotteschi. E passare dal grottesco al ridicolo, è un attimo. Dopo l’attentato terroristico nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, il primo ministro Jacinda Ardern ha spinto per una messa al bando di numerose tipologie di armi semiautomatiche e a pompa nel Paese, che il Parlamento ha approvato in tempi rapidissimi. L’operazione di “buyback”, cioè di acquisto da parte dello Stato con pagamento del controvalore di mercato, è iniziata a metà luglio, i legali detentori hanno tempo fino al 20 dicembre per adempiere alla consegna delle armi ma i risultati pubblicati al 31 ottobre dipingono un quadro decisamente sconfortante: secondo le stime, solo circa il 18 per cento delle armi il cui possesso sarà definitivamente proibito il 20 dicembre sono state consegnate, pari a circa 32 mila esemplari sui circa 175 mila che si stimano essere nelle mani dei cittadini neozelandesi (ma altre stime parlano di 250 mila, e si parla di “stime” in quanto non è previsto un vero sistema di registrazione delle armi rispetto ai legali proprietari, bensì solo un elenco dei cittadini in possesso di licenze in materia di armi).
Evidentemente le autorità nazionali cominciano a temere che i cittadini neozelandesi non adempieranno in grande maggioranza in modo spontaneo alla consegna delle armi entro i termini previsti: quindi, il capo della polizia Mike Bush, in una recente audizione in una commissione parlamentare, da un lato ha promesso che le forze dell’ordine saranno sul territorio, dopo il 20 dicembre, a “cercare” le persone che non abbiano adempiuto al buyback (ovviamente con relativa segnalazione all’autorità giudiziaria, la pena prevista è fino a 5 anni di reclusione); dall’altro, in modo veramente surreale, il vice capo della polizia Mike Clement (in foto) ha dichiarato di aver iniziato un dialogo con i membri considerati più influenti… delle gang criminali neozelandesi, chiedendo loro di consegnare le armi illegali! Con assoluto sprezzo del ridicolo, Clement ha dichiarato di aver contattato già oltre 50 membri delle gang, su oltre 100 identificati come “influenti”.
Più si avvicina il termine, più sembra che le autorità neozelandesi stiano maturando la consapevolezza che una norma decisa sull’impeto emotivo, con assoluta demagogia e sprezzo del ridicolo, possa trasformarsi in un boomerang mediatico e politico. Per questo, sembra che all’approssimarsi del termine, il nervosismo in capo alle autorità si stia trasformando in vero e proprio panico. Si vedrà…