Il commissario straordinario dell”Uits, Igino Rugiero, concede una lunga intervista sulla pagina Instagram della federazione, nella quale esplicita quali saranno le modifiche allo statuto federale. Tra le novità, l’introduzione di un quorum per l’elezione dei presidenti di sezione
Il commissario straordinario dell’Uits, Igino Rugiero, si racconta in una lunga intervista sulla pagina Instagram dell’Uits: parla dell’inizio del suo mandato, delle sfide che ha dovuto affrontare, dell’attività sportiva e anche del principale argomento di attualità, cioè del famoso nuovo statuto che è ormai nella fase finale di approvazione da parte dei ministeri vigilanti e del Coni. E sul quale, è bene ricordarlo, il Tar del Lazio (chiamato a pronunciarsi sulla mancata indizione delle elezioni richiesta da una maggioranza di Tsn) ha richiesto indicazioni e spiegazioni, nel termine di 30 giorni.
Rugiero ha confermato la volontà di prevedere nello statuto un maggior coinvolgimento delle regioni (quindi dei comitati regionali), mentre per quanto riguarda il delicato e dibattutissimo tema del limite dei mandati per i presidenti di sezione Tsn ha dichiarato di essere in fase di valutazione sull’opportunità di non retroattività della norma. Di conseguenza il limite dei tre mandati partirebbe dal mandato in corso al momento dell’entrata in vigore dello statuto. Non era mai finora stata menzionata, invece, una nuova misura che il presidente ha dichiarato di voler inserire nello statuto, cioè quella di un quorum (quindi un numero minimo di votanti) per validare l’elezione dei presidenti di Tsn.
Anche questa proposta, come peraltro quella del limite dei mandati, sta suscitando in queste ore commenti e perplessità nel popolo dei presidenti di sezione: è noto infatti che, a fronte del diritto di voto esistente in capo a tutti i soci della sezione con più di 12 mesi di anzianità di tesseramento, coloro i quali prendono parte attiva al processo democratico di formazione del consiglio direttivo sono una esigua minoranza. Questo accade non certo perché qualcuno voglia (né tantomeno possa) inibire ai votanti la partecipazione, quanto perché nella stragrande maggioranza dei soci manca la percezione dell’importanza della formazione degli organi statutari delle sezioni e, di conseguenza, c’è disinteresse nei confronti delle elezioni e in generale degli adempimenti sociali della sezione. Sono, di conseguenza, pochi volenterosi a portare avanti queste incombenze, così come sono pochi volenterosi a decidere di assumersi l’onere di far parte del consiglio e ancor più a volersi assumere la responsabilità della carica di presidente. Incarichi che, è bene ricordarlo, sono svolti a livello volontario e non retribuito.
C’è la percezione da parte di alcuni presidenti che anche questa modifica allo statuto, ispirata indubbiamente a nobili criteri di partecipazione democratica, possa purtroppo tradursi in una sostanziale paralisi del sistema, vista la difficoltà di coinvolgimento dei soci nell’elezione, per non parlare poi di quelli che si prospettano problemi logistici non secondari nel momento in cui si riuscisse, non si sa come, a garantire la partecipazione di alcune centinaia di persone.